Il viaggio di Umbrico nel mondo della fotografia

Nelle sue opere esposte al Finnish Museum of Photography l’artista americana si avventura nel web, che ai suoi occhi è un «autoritratto della cultura collettiva»

«49,309,225 Suns from Sunsets from Flickr (Partial) on 9-22-22» (2022), di Penelope Umbrico. © Penelope Umbrico
Bianca Cavuti |  | Helsinki

Nel 2011 Clément Chéroux, Joan Fontcuberta, Erik Kessels, Martin Parr e Joachim Schmid curarono la collettiva «From Here On». L’intento, espresso in un manifesto, era di presentare una mappatura delle pratiche post fotografiche legate alle nuove possibilità tecnologiche offerte dalla rete. Tra gli artisti esposti compariva Penelope Umbrico (Filadelfia, 1957), alla quale il Finnish Museum of Photography dedica fino al 5 febbraio una grande personale, la prima dell’artista nei Paesi scandinavi.

Il titolo, «Penelope Umbrico: Learning from eBay», tradisce un preciso orientamento concettuale. Attraverso un excursus dei lavori più celebri dell’autrice, si delinea un ritratto della portata (e delle conseguenze) dell’enorme produzione e consumo di fotografie dei nostri tempi. Umbrico si avventura all’interno dei più famosi siti di photosharing e commercio consumer-to-consumer, tra cui eBay e Craiglist, attingendo dall’enorme database disponibile.

Immagini funzionali, prive di intenzionalità artistiche, che proprio per questo acquistano nuovo fascino. Il web è agli occhi dell’artista un «autoritratto della cultura collettiva», un immenso archivio che disegna un panorama visivo e tecnologico complesso, popolato di tramonti e gatti di ceramica.

Il percorso rimanda al concetto di fuga, nella sua accezione musicale ma anche sociale, «nel senso psicologico, spiega Umbrico, in cui la perdita di consapevolezza della propria identità crea disorientamento e vagabondaggio. Per me, questo stato di disorientamento descrive implicitamente i fenomeni attuali: la sostituzione della luce del sole con la luce dello schermo; l’incongruenza di vivere tutto quasi interamente online, e la natura sottomessa agli schemi delle piattaforme web e dello spazio dello schermo».

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