Il vetro nel Novecento boemo
140 sculture astratte e lo sguardo su Praga di Josef Sudek

L’arte vetraria boema del dopoguerra è in mostra sino al 26 novembre nelle Stanze del Vetro. Sei i grandi protagonisti, tutti nati nei primi decenni del Novecento: Václav Cigler, Vladimír Kopecký, Stanislav Libenský e Jaroslava Brychtová, René Roubíček e Miluše Roubíčková.
Sono stati scelti dalle curatrici Caterina Tognon e Sylva Petrová in collaborazione con il Museo di Arti Decorative di Praga. Bouquet e teste femminili, buste della spesa, vasetti da conserva e piccoli vassoi colmi di frutti dalle sembianze gelatinose (Miluše Roubíčková), materici prismi (Stanislav Libenský, Jaroslava Brychtová), uova in cristallo (Václav Cigler), non oggetti d’arredo né funzionali, ma vere e proprie sculture astratte, in tutto 140 provenienti perlopiù da collezioni private.
«Si tratta dell’esposizione più importante sul vetro d’arte in Repubblica Ceca dal dopoguerra agli anni duemila realizzata in Italia, dichiara Caterina Tognon, evidenzierà le differenze tra l’importante cultura del cristallo boemo e l’altrettanto grande cultura del vetro muranese. A differenza dei secoli precedenti, quando Murano e Boemia hanno sempre giocato a rincorrersi e copiarsi, nel Novecento gli artisti e artigiani veneziani e boemi lavorano con modalità e sviluppi diversi. Murano è concentrata sulle qualità cromatiche del suo vetro, soffiato in piccole e semplici bolle, declinate in infinite varianti formali, le cui sottili ed eteree superfici sono trattate come piccoli teleri su cui stendere il colore del vetro. Vere opere di arte pittorica ispirate all’astrattismo del Novecento. In Boemia si usano le tecniche tradizionali di soffiatura e di incisione o il nuovo casting (fusione a stampo aperto) per scolpire grandi volumi, pieni e facilmente attraversati dalla luce, per creare sculture astratte in cui il vetro gioca il ruolo di pietra trasparente».
Una tecnica ampiamente indagata dalla coppia Stanislav Libenský e Jaroslava Brychtová partire dagli anni ’40 e che diventerà simbolo del vetro moderno cecoslovacco. Tra le opere in mostra: «Le Teste» di René Roubiček (1977), in vetro multicolore soffiato a mano volante, la «Piramide Blu» di Vačlav Cigler (2020), in cristallo ottico blu, tagliato e lucidato, «Desire» (2021) di Vladimír Kopecký, installazione in vetro, ferro, cavi e pittura, le grandi sculture «Angelo disteso» (1999-2000) e «Spazio-T» 1999-2004 (di Libenský-Brychtová). Completa il percorso il progetto fotografico di Josef Sudek (1896-1976) dalla serie «Glass Labyrinths», realizzata per la mostra «Vetro Boemo Contemporaneo» a Praga nel 1970.