«La Giudecca con il Redentore», 1920-21, di Pio Semeghini

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«La Giudecca con il Redentore», 1920-21, di Pio Semeghini

Il Veneto dal vero

Una rivoluzione artistica silenziosa durata trent'anni

Si apre l’11 settembre nelle sale di Villa Ancilotto «La rivoluzione silenziosa dell’arte in Veneto. 1910-1940: da Gino Rossi a Guidi e de Pisis», primo capitolo (a cura di Antonella Alban e Giovanni Granzotto con la collaborazione di Stefano Cecchetto) di un programma triennale incentrato sulla pittura veneta all’interno della parabola dell’arte italiana da inizio Novecento sino agli anni Duemila.

Ad accogliere il visitatore fino al 27 dicembre è una selezione dei principali rappresentanti della veneziana Scuola del vero di fine Ottocento: Guglielmo Ciardi, Luigi Nono, Pietro Fragiacomo.

A seguire, il fermento inquieto di Gino Rossi (presente con 12 opere) e di coloro che come lui gravitarono tra l’isola di Burano (facendone rifugio e al tempo stesso, in taluni casi, soggetto, dando origine all’omonima scuola «seguendo come esempio l’esperienza francese dei pittori bretoni, in primis Gauguin e il gruppo di Pont Aven e poi i Nabis», sottolinea Antonella Alban in catalogo) e le mostre di Ca’ Pesaro come Moggioli, Semeghini, Garbari e Arturo Martini.

Il corpus presente in mostra (costituito da prestiti concessi da collezionisti privati italiani e soprattutto veneti) si arricchisce poi di lavori di Virgilio Guidi e Filippo de Pisis (con le sue nature morte) e di una panoramica focalizzata in particolare sulla pittura di paesaggio attraverso rappresentativi esempi a firma di Cagnaccio di San Pietro, Wolf Ferrari, Cadorin, Springolo, Carena, Tomea.

Prossime tappe che completeranno la proposta triennale in villa: «1940-1970: da Music a Deluigi e Tancredi» (nel 2021) e «1970-2000: da Vedova a Santomaso» (nel 2022).

«La Giudecca con il Redentore», 1920-21, di Pio Semeghini

Veronica Rodenigo, 10 settembre 2020 | © Riproduzione riservata

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Il Veneto dal vero | Veronica Rodenigo

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