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«Floating Cloud VII» (1977) di Louise Nevelson, aggiudicata da Christie’s per 1,1 milioni nel 2021 © Christie’s images ltd

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«Floating Cloud VII» (1977) di Louise Nevelson, aggiudicata da Christie’s per 1,1 milioni nel 2021 © Christie’s images ltd

Il termometro del mercato: Louise Nevelson

Sebbene sia stata una figura iconica della New York del secondo dopoguerra, soltanto dal 2005, quando il figlio ha venduto tutte le sue opere alla Pace Gallery, i prezzi in asta hanno ricominciato a salire

Alessia Zorloni

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La mostra. Dopo il recente grande successo alle Procuratie Vecchie di Venezia, il Museo Comunale di Ascona (Svizzera) ospita, fino all’8 gennaio, un’importante retrospettiva di Louise Nevelson, tra le massime rappresentanti della scultura del XX secolo. La rassegna, organizzata dal museo in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano, e intitolata «Il mio modo di pensare è il collage», presenta oltre 80 opere che ripercorrono la poetica dell’artista americana, dai rari disegni degli anni Trenta fino alle famose, nere e monumentali «sculture-assemblaggi» degli anni Sessanta e Settanta, che dialogano con una selezione di più di 60 collage, frutto della sua ricerca più intima, sviluppata lungo un periodo di trent’anni, dal 1956 al 1986.

La carriera. Nata a Pereiaslav, Ucraina (vicino a Kiev) nel 1899, Louise Nevelson migrò negli Stati Uniti con la famiglia nel 1905, stabilendosi nel Maine. Dopo essersi trasferita a New York nel 1920, studiò presso la Art Students League. Negli anni Trenta fu assistente di Diego Rivera, e più tardi insegnante d’arte per la Works Progress Administration. Ebbe la sua prima mostra personale nel 1941 presso la Nierendorf Gallery di New York. Nei primi anni Cinquanta viaggiò in Guatemala e in Messico per conoscere l’arte precolombiana. A seguito di questi viaggi iniziò a creare le sue prime sculture in legno e nel corso dei quattro decenni successivi divenne una tra le artiste più rivoluzionarie degli Stati Uniti, facendosi conoscere per le grandi sculture monocromatiche in legno composte da multipli elementi astratti, spesso disposti in griglie di compartimenti geometrici.

Legate all’estetica del Cubismo e del Costruttivismo, le sue opere incorporano combinazioni inaspettate di forme e materiali, assimilando il suo lavoro ai contemporanei Robert Rauschenberg e John Chamberlain. L’eredità di questa grande artista americana vive, oltre che nell’attività della Louise Nevelson Foundation, anche nei musei e negli spazi pubblici delle più importanti città americane, in particolare a New York, dove un gruppo delle sue sculture monumentali in acciaio ha una collocazione permanente nella Louise Nevelson Plaza, nel Financial District.

Oggi il lavoro di Louise Nevelson si trova nelle collezioni dei maggiori musei americani, come il Metropolitan e il MoMA di New York, la National Gallery of Art di Washington, il Los Angeles County Museum of Art e il San Francisco Museum of Modern Art. Le sue opere sono presenti anche in collezioni museali europee, per esempio in quelle della Tate di Londra, della Galleria Civica d’Arte moderna e contemporanea di Torino, del Louisiana Museum of Modern Art di Humlebæk in Danimarca, del Moderna Museet di Stoccolma, e di numerose altre istituzioni internazionali.
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Il mercato. Louise Nevelson è stata una figura iconica e vitale per la scena artistica della New York del secondo dopoguerra. Alla sua morte, nel 1988, il figlio decise di ritirare dal mercato tutti i lavori della madre. Solo 17 anni dopo, nel 2005, bisognoso di denaro, vendette tutta la produzione ad Arne Glimcher, fondatore del colosso americano Pace Gallery.

Grazie al lavoro di Glimcher, in breve tempo le opere di Louise Nevelson sono tornate a essere protagoniste di importanti esposizioni museali e, dopo anni di stallo, anche i prezzi in asta hanno ricominciato a salire: nel solo 2005 il fatturato di Nevelson ha registrato un +76,5% rispetto all’anno precedente. Gli effetti della gestione di Glimcher si fanno sentire anche negli anni successivi con picchi record come i 3,6 milioni di dollari di fatturato nel 2007. Nel 2021 sono stati scambiati ben 152 lavori per un totale di 6.069.644 dollari, dei quali ben 1,1 milioni è stato generato dalla sola vendita di «Floating Cloud VII», una composizione in legno dipinta di bianco realizzata nel 1977 e venduta da Christie’s a New York nel maggio 2021 (stima 500-700mila).

Si tratta dell’unica opera di Louise Nevelson ad avere finora superato la soglia del milione di dollari. Oltre che dalla Pace Gallery, le sue opere sono trattate in Italia dalla galleria milanese Giò Marconi. I prezzi dei collage possono andare dai 50 ai 100mila euro, mentre per le sculture monumentali occorre un investimento di almeno 200-300mila.

Louise Nevelson. Foto Lynn Gilbert

Alessia Zorloni, 08 dicembre 2022 | © Riproduzione riservata

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