Il termometro del mercato: Ghada Amer

L’artista franco-egiziana ha fatturato in asta circa 4,4 milioni di dollari in 20 anni. Attualmente le sue opere sono offerte da importanti gallerie fra 100mila e 200mila dollari

«Elohim» (2022) di Ghada Amer. Cortesia dell’artista e della Goodman Gallery
Alessia Zorloni, Erika Vistoli |

La mostra. Dopo il successo della personale «My Body My Choice» alla Goodman Gallery di Londra lo scorso maggio, l’artista franco-egiziana Ghada Amer torna in mostra a Marsiglia, dove diverse istituzioni cittadine, Mucem, Frac e La Vieille Charité ospiteranno la prima retrospettiva dell’artista in Francia, dal 2 dicembre al 16 aprile 2023 (cfr. «Il Giornale delle Mostre», p. 38). L’esposizione raccoglie le diverse anime espressive di Amer, ripercorrendo attraverso dipinti, sculture e installazioni, la carriera pluridecennale dell’artista che da sempre indaga questioni sociali, sessualità femminile e cultura islamica. I lavori degli esordi affiancheranno le opere più recenti nella retrospettiva che si sposterà in seguito anche negli Stati Uniti e in Asia.

La carriera. Ghada Amer nasce al Cairo nel 1963, ma all’età di undici anni si trasferisce con la famiglia in Francia, dove completa i suoi studi laureandosi all’École Nationale Supérieure di Nizza nel 1989. In seguito, si sposta a Parigi per studiare arti plastiche presso l’Institut des Hautes Études. Adesso abita a New York e a Nizza. Già dai primi anni di attività dimostra profonda innovazione, ricercando modalità operative alternative alla pittura e attingendo al mondo della sartoria e del ricamo. In particolare, decide di recuperare la tecnica tradizionalmente femminile del cucito trasformandola da un processo di mera routine a un mezzo espressivo di impatto, mediante il quale attuare una ridefinizione del ruolo della donna nell’arte e nella società.

A partire dal 1997, l’artista amplia la sua pratica iniziando a lavorare alla creazione di giardini in spazi pubblici all’aperto. Da allora ha concepito, disegnato e costruito giardini in diversi luoghi, innovando il genere stesso dei giardini artistici che diventano per Amer un modello ibrido in cui arte, spazio pubblico e spettatori si fondono e stabiliscono un incontro dinamico. Oggi la sua pratica artistica spazia dalla pittura alla scultura, dalla ceramica alle opere su carta, alle installazioni da esterno. Attraverso dipinti, sculture e giardini, l’artista prende e capovolge le nozioni tradizionali di identità culturale, astrazione e fondamentalismo religioso. Il lavoro di Ghada Amer è presente in varie collezioni pubbliche, tra cui l’Arab Museum of Modern Art di Doha, l’Art Institute di Chicago, il Brooklyn Museum of Art di New York, il Guggenheim Museum di Abu Dhabi, l’Israel Museum a Gerusalemme e il Samsung Museum di Seul. È stata anche esposta in mostre collettive e biennali, come la Biennale di Johannesburg del 1997, la Biennale del Whitney Museum del 2000 e le Biennali di Venezia del 1999, 2005 e 2007.

Il mercato. Amer ha già raggiunto importanti aggiudicazioni nelle aste pubbliche. La migliore risale al 2006 quando, durante un’asta di arte contemporanea, il 15 ottobre a Londra, Christie’s ha battuto per la cifra di 185.650 dollari la tela «The big blue Expression Painting (BBEP)», un’opera che combina acrilico e ricamo, realizzata tra il 1999 e il 2000. Se a questo risultato si sommano le restanti, più di cento, aggiudicazioni tra il 2001 e il 2021, si ottiene una cifra che, ad oggi, supera i 4,4 milioni di dollari. La prima aggiudicazione in asta di un’opera di Ghada Amer risale al 2001. Si tratta della vendita di «Blanc, noir Maureen», (2000), tela battuta da Phillips a New York per 35mila dollari. Da allora le vendite si sono susseguite con un primo picco di fatturato nel 2005 (441.177 dollari per 12 lotti venduti). L’anno successivo le vendite in asta crescono ulteriormente anche grazie alla mostra organizzata da Gagosian a New York, «Breathe into Me», (gennaio-febbraio 2006) sfiorando i 613mila dollari.

Il lavoro di Ghada Amer è trattato da Goodman Gallery (Johannesburg, Città del Capo, Londra, East Hampton e Miami), da Marianne Boesky Gallery (New York) dove ha tenuto una mostra quest'anno e dalla galleria Kewenig (Berlino e Palma di Maiorca). Negli ultimi anni non sono state vendute in asta sue opere importanti, ma adesso in galleria un lavoro di dimensioni medie ha un prezzo compreso tra i 100mila ei 200mila dollari, a seconda del soggetto e della data di esecuzione. Per esempio, un ricamo su tela come «Elohim», del 2022, di 101,6x121,9 cm era offerto nel maggio scorso dalla Goodman Gallery a 175mila e «Small Leaves», un lavoro ricamato del 2014 di 91,4x106,7 cm a 150mila dollari.

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