Ewa Juszkiewicz. Cortesia dell’artista e Almine Rech. Foto Ewa Juszkiewicz

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Ewa Juszkiewicz. Cortesia dell’artista e Almine Rech. Foto Ewa Juszkiewicz

Il termometro del mercato: Ewa Juszkiewicz

Con ritratti di donne dai volti nascosti dietro mazzi di fiori e ispirati alla pittura fiamminga e ad Arcimboldo la pittrice polacca, nell’orbita di Gagosian, sta riscuotendo un’attenzione crescente anche sul mercato secondario. Nuovo record: 580mila dollari

Alessia Zorloni

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Negli ultimi vent’anni la percentuale del fatturato derivato dalla vendita di arte prodotta da giovani artisti e artiste è raddoppiata, passando da 4% a 8%. Si tratta di una percentuale ancora bassa, tuttavia è evidente che riguarda un cambiamento in corso, stimolato dalle nuove generazioni che macinano record a ritmi più elevati rispetto a quelle precedenti.

Ne è un esempio l’asta di arte contemporanea e del XX secolo di Phillips dello scorso 17 novembre a New York, dove sono state le donne a registrare le performance migliori a partire da Shara Hughes che, con «Inside Outside» (2015), ha realizzato il suo nuovo record personale di 1.482.000 dollari contro una stima di 250-350mila. Anche l’olio su lino dell’americana Emily Mae Smith, «Feast and Famine» (2018), è balzato dalla stima di 200-300mila dollari a 1.361.000.

La corsa per gli emergenti è proseguita con «My Umbrella has a Nourishing Disguise» (2018) dell’artista inglese di colore, under 30, Jadé Fadojutimi che, dalla stima di 150-200mila dollari, ha raggiunto i 700mila (877mila con le commissioni). Ottima l’aggiudicazione di «Unititled» di Cecily Brown, venduto per oltre 6 milioni di dollari, mentre «European Ego Ideal» di Avery Singer ha superato i 4 milioni.

Allo stesso modo anche Ewa Juszkiewicz con «Girl in Blue» (2013) ha realizzato il suo nuovo top lot di 580mila dollari (730.800 con le commissioni), ben oltre la stima di 80-120mila. Ewa Juszkiewicz realizza principalmente ritratti di donne che fanno riferimento a famose opere della prima età moderna, soprattutto fiamminghe. L’unica differenza con gli originali sta nel modo di presentare i volti delle protagoniste.

Juszkiewicz li distorce e li nasconde dietro a grandi mazzi di fiori, piante e insetti, maschere tribali o tessuti drappeggiati. I dipinti di Juszkiewicz suscitano un effetto perturbante e un sentimento di incertezza che rimanda alla libertà creativa di Arcimboldo. I suoi sono travestimenti in piena regola secondo una tradizione ben nota all’arte del ’900 che va da Alberto Savinio a Luigi Ontani fino a Yasumasa Morimura e Gillian Wearing.

Ma è soprattutto l’universo trasformista di Cindy Sherman con la serie degli «History Portrait» (1988-90) a rappresentare un punto di riferimento per l’artista polacca. Vengono così a crearsi dipinti surreali e inquietanti che trasmettono all’osservatore un grottesco senso di soffocamento, denunciando la trappola nella quale, per molti secoli, le donne hanno vissuto, nascoste dietro pose canoniche che non lasciavano spazio alla loro personalità.

• La formazione. Ewa Juszkiewicz, classe 1984, è nata e cresciuta nella città polacca di Danzica. Nel 2009 consegue un Master in Fine Arts all’Accademia di Belle Arti della città, e prosegue con un dottorato di ricerca all’Accademia di Belle Arti di Cracovia. Dal 2010 partecipa a numerose mostre personali e collettive, principalmente in Polonia, e dal 2016 approda in America, esponendo le sue opere a Frieze New York. I suoi lavori sono stati esposti presso musei e istituzioni tra cui il Museo d’Arte Contemporanea di Cracovia, la Kunsthalle di Bratislava e il Museo Nazionale di Pechino, e le sue opere si trovano stabilmente in collezioni pubbliche della Polonia, come il Museo di Arte Moderna di Varsavia, il Museo Nazionale a Danzica e la Galeria BWA.

• Il mercato. Nella sua ricerca, l’artista polacca tratta il corpo e la testa femminile in modo quasi scultoreo, assemblando precise raffigurazioni di capelli, foglie e tessuti in creature ibride in cui i mondi della natura e dei sensi sono intrecciati con immagini e simboli leggendari. Questa produzione, avviata nel 2011, sta riscuotendo un’attenzione crescente sul mercato primario, soprattutto da quando l’artista è entrata a far parte della scuderia di Gagosian, una delle gallerie più importanti al mondo. I suoi lavori hanno quotazioni sostenute comprese tra 50 e 130mila euro con un incremento esponenziale rispetto a tre anni fa. Oltre a Gagosian, l’altra galleria con cui Ewa Juszkiewicz lavora è Almine Rech con sedi a Parigi, Bruxelles, Londra, New York e Shanghai, che a settembre 2021 le ha dedicato un’ampia personale a Parigi.

Sul mercato secondario, invece, i primi lavori di questa serie sono apparsi soltanto nel 2021 e le vendite in asta realizzate dall’artista fino al 2020 erano di tutt’altro tenore. Si registrano, infatti, solamente 4 passaggi dal 2017 al 2020 che hanno fruttato in tutto 7.510 dollari. I primi ritratti distorti sono arrivati sul mercato secondario nella prima metà del 2021, quando, anche grazie al sostegno di Gagosian, il suo lavoro ha iniziato a essere ricercato da un collezionismo di respiro internazionale.

Ewa Juszkiewicz. Cortesia dell’artista e Almine Rech. Foto Ewa Juszkiewicz

Un’opera di Ewa Juskiewicz del 2021

Alessia Zorloni, 01 febbraio 2022 | © Riproduzione riservata

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