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Il tempo senza tempo di un gentiluomo pittore

All’Albertina le opere degli ultimi 15 anni di Filippo di Sambuy

La storia è come una spirale avvolta su se stessa, ove il divario tra passato e presente non esiste di per sé, ma soltanto nella percezione quotidiana che l’uomo ha del tempo. Nell’opera di Filippo di Sambuy è la collisione tra l’antico e il contemporaneo a generare significati, frammenti di senso e di valori di cui la società postmoderna è alla ricerca.

Sono i temi alla base della produzione dell’artista degli ultimi quindici anni, al centro della personale «AlleRetour» curata da Francesco Poli e allestita nella Pinacoteca Albertina fino al 13 novembre. Installazioni, sculture, dipinti e disegni dialogano con le opere della collezione permanente a sottolineare che l’arte supera la dimensione del tempo.

Tra i lavori esposti gli stemmi nobiliari del regno sabaudo dipinti per la Palazzina di Stupinigi, ove le raffigurazioni legate alle virtù di antiche casate si trasformano in composizioni che scivolano verso l’astrazione. I simboli segreti di Castel del Monte sono reinterpretati in una visione sospesa tra religione e fantascienza. Il volto di Federico II di Svevia, i cui ritratti furono distrutti dagli Angioini per ragioni politiche, riemerge come uno spettro attraverso l’energia del suo sguardo carpita dall’unico busto giunto sino a noi.

Poi le nuvole, simili a galassie spiraliformi e vorticose ispirate ai chakra orientali, e i ritratti omeopatici, in cui l’artista cerca di penetrare con la matita oltre le molecole della pelle per entrare in sintonia con le varie anime. Infine due ritratti eseguiti da Giacomo Grosso (docente di Giacomo Balla e Felice Casorati) raffiguranti Ernesto di Sambuy, bisnonno dell’artista, sindaco di Torino nel 1883-86, deputato, senatore e presidente dell’Accademia Albertina nel 1887-94.

A Giacomo Grosso, che fu tacciato d’immoralità alla prima Biennale di Venezia del 1895 per i suoi soggetti allora definiti di dubbio gusto erotico, va ora l’omaggio di Filippo di Sambuy: un ritratto grande e leggero delicatamente sovrapposto a una composizione di nudi femminili al quale l’artista continuerà a lavorare pubblicamente per completarlo sabato 5 novembre nelle sale del museo alle 21,30, in occasione della notte delle arti contemporanee. Dal 18 novembre al 13 dicembre, le sale della Pinacoteca si apriranno infine ai disegni dell’icona noir del mondo dei fumetti, Dylan Dog. La mostra curata da uno dei suoi storici disegnatori, Fabrizio Accatino, presenta una selezione di tavole, cover, bozzetti e illustrazioni inedite.

Jenny Dogliani, 07 novembre 2016 | © Riproduzione riservata

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Il tempo senza tempo di un gentiluomo pittore | Jenny Dogliani

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