Il Pecci vola

Un viaggio nelle collezioni e nelle «azioni»

Laura Lombardi |  | Prato

Dopo la chiusura, con soddisfacenti risultati di pubblico, de «La fine del mondo» a cura di Fabio Cavallucci, che comprendeva tutti gli spazi del museo ora ingrandito con la nuova ala di Maurice Nio (cfr. n. 368, ott. ’16, «Vernissage»), il Centro per l’arte Contemporaneo Luigi Pecci prosegue con mostre scaglionate nel tempo divise in aree diverse.
 
La prima è quella in corso fino al 28 gennaio, intitolata «Dalla caverna alla luna» e a cura di Stefano Pezzato, che consiste in una pausata presentazione di una parte delle opere della collezione permanente (una sessantina su circa un migliaio), messa insieme da sette direttori e vari curatori dal 1988 a oggi, e articolata seguendo diversi temi. Il titolo si rifà alla «Caverna dell’antimateria» di Pinot Gallizio e alla «Luna» di Fabio Mauri. Dalla grande opera di Julian Schnabel «Ri de pomme», il percorso si snoda tra le metamorfosi di
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