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«1XUNKNOWN - 1942-2017 to Fortress Europe with Love» di Margherita Moscardini

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Il Paese che sognavo

Una cartografia sul rapporto tra migrazioni e arti visive con i lavori di artisti inclini al nomadismo

Bianca Bozzeda

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Sono tempi duri per l’autocelebrativa «art pour l’art», sempre più circondata da opere che coniugano creazione artistica e attivismo politico. Al tema è dedicato il volume Dreamland che riunisce i lavori di una selezione di artisti attenti alla questione migratoria e ai temi a essa correlati, dal concetto di confine alla nozione di cittadinanza fino alle tematiche identitarie. Origine del progetto è la volontà di narrare la figura del migrante come soggetto attivo nei territori che attraversa, creatore di spazi e itinerari nuovi.

Il volume è curato dal collettivo ArtsForTheCommons (A4C), composto dall’artista Rosa Jijón, originaria dell’Ecuador, Paese che ha rappresentato alla 51ma Biennale di Venezia, e Francesco Martone, ex senatore, ricercatore in diritti umani ed ecologia, socio fondatore di Greenpeace Italia. «Dreamland non parla solo di una terra sognata ma è il sogno di una vita altrove», afferma Rosa Jijón, già direttrice del Centro di Arte Contemporanea di Quito.

Primo esperimento editoriale del collettivo, Dreamland non è né un catalogo né un saggio teorico, ma una sorta di cartografia pensata per offrire un terreno di scambio e di interazione. Il libro alterna saggi sul rapporto tra migrazioni e arti visive a opere di artisti internazionali, selezionati non soltanto in base ai loro lavori ma anche per i propri percorsi biografici, più o meno inclini a una forma di nomadismo.

Tra questi l’artista francese di origini algerine Kader Attia, autore dell’installazione «La Mer Morte» (2015) che riduce il Mediterraneo a una distesa di vestiti accasciati al suolo. Tra le opere citate anche una performance di Elena Mazzi e Enrica Camporesi, «Performing the self - the interview», che mette in scena il dialogo impossibile tra un richiedente asilo e un funzionario prima dell’arrivo dell’interprete, metafora della complessità della questione identitaria, spesso estranea al concetto di frontiera.

Dreamland. I confini dell’immaginario. Le migrazioni nell’arte contemporanea, a cura di Rosa Jijón e Francesco Martone, 114 pp., ill., Manifestolibri, Roma 2020, € 18

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Bianca Bozzeda, 14 marzo 2021 | © Riproduzione riservata

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Il Paese che sognavo | Bianca Bozzeda

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