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Anna Orlando
Leggi i suoi articoliUn corposo volume della rinnovata collana di monografie della genovese Sagep dedicato ad Anton Maria Maragliano (1664-1739) e? l’ultimo lavoro di Daniele Sanguineti. Lo studioso, che lo scorso dicembre e? passato dall’incarico di conservatore del Museo di Palazzo Reale di Genova a quello di ricercatore in storia dell’arte moderna all’Universita?, dove tiene
un corso di scultura, passa al vaglio, con l’aiuto di Roberto Santamaria, una gran mole di documenti d’archivio. E poi visiona e scheda, nel corso di quasi vent’anni di lavoro, dalla tesi di laurea del 1994 alla prima monografia del 1998, circa 160 opere disseminate su tutto il territorio della Repubblica, cioe? in Liguria e nel basso Piemonte. Il risultato e? eccellente e oltre a chiarire problemi di autografia e a sollevare criticamente la questione sulle tante statuine di presepe che la tradizione vorrebbe del Maragliano ma che, basandoci sui documenti, non gli possono essere riferite per certo, offre un panorama complessivo della produzione scultorea ligure del XVIII secolo. Carte e opere restituiscono bene lo scenario in cui si muove l’artista, tra i desideri e le esigenze dei committenti, la perizia tecnica che infarcita di sensibilita? trasformava il legno in figure vive e l’attivita? di vero e proprio manager di una bottega dal ritmo frenetico. E? interessante poi l’indagine sui rapporti di dare e avere coi colleghi pittori (Domenico e Paolo Gerolamo Piola e Gregorio De Ferrari, soprattutto), o con i contemporanei scultori del marmo, come Filippo Parodi o Francesco Maria Schiaffino, nello scambio reciproco di suggestioni e stimoli. Il tardo Barocco di Maragliano e? pero? singolarissimo e tutto, o quasi, fatto di legno dipinto: angeli e demoni, Cristi deposti e Madonne che prendono vita da uno scalpello che miscela naturalismo e grazia. E che si animano ancor piu? perche? molti di essi vanno immaginati tra le folle delle processioni della settimana santa. Le cosiddette «casacce» si contendevano Maragliano per avere una sua scultura e poterla esibire: un gigantesco crocifisso, una monumentale «cassa». Di sue se ne contano una cinquantina, e cio? rende bene l’idea del successo e del valore del maestro.
Anton Maria Maragliano 1664-1739. Insignis sculptor Genue, di Daniele Sanguineti, 80 pp., Sagep, Genova 2012, € 100,00
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