Image

Il Macro cinese e cinetico

Il tema dell’impegno politico e civile nelle vicende contemporanee ma in momenti diversi della storia, dal Ventennio fascista a oggi, è il tema delle nuove mostre al Macro. Introducono i progetti espostivi il nuovo allestimento delle raccolte, curato da Costantino D’Orazio sul tema «arte e politica», servendosi anche di opere richieste a collezioni private e all’UniCredit Art Collection.

Un dialogo asciutto tra artisti italiani e stranieri, come l’israeliana Michel Rovner, l’albanese Adrian Paci, il cileno Alfredo Jaar, Fabio Mauri, Felice Levini, Nico Vascellari, e le fotografie di Mimmo Jodice e Claudio Abate, che rimandano alle figure emblematiche di Andy Warhol, Joseph Beuys e Kendell Geers. Fino al 27 novembre, per il ciclo «From La Biennale di Venezia to Macro. International Perspectives», curato da Paolo De Grandis e Claudio Crescentini con l’idea di riproporre opere esposte alla mostra internazionale, è aperta «Fragments of Rome, past, future, parallel worlds», personale della cinese Yi Zhou (1978), artista interdisciplinare, cresciuta a Roma, che vive anche a Shanghai, Hong Kong e Los Angeles.

Sono allestiti tre video ispirati alla letteratura di Boccaccio, Dante e Gogol e, in prima mondiale, l’installazione multimediale con animazione 3D, «New Shorelines», una sorta di viaggio fantastico attraverso Roma e la sua storia, ma anche tra mondi sommersi e nuove glaciazioni, che trae ispirazione da Tim Burton e da Walt Disney. Dall’11 novembre al 15 gennaio, Federica Pirani e Gabriele Simongini curano l’omaggio a una coppia nell’arte e nella vita, Lia Drei (1922-2005) e Francesco Guerrieri (1931-2015), protagonisti delle ricerche cinetiche tra gli anni Sessanta e Settanta.

Nelle stesse date, è presentata una retrospettiva di Enrico Prampolini (1894-1956), la cui partecipazione alle vicende artistiche romane negli anni Cinquanta offrì illuminanti spunti di riflessioni agli artisti, tra i quali Burri e Colla. Realizzata in collaborazione con l’Archivio Prampolini e l’Archivio Storico del Teatro dell’Opera di Roma, la mostra comprende i tre «Taccuini capresi» (1946-48) con circa duecento disegni eseguiti sull’isola azzurra.

Al Macro Testaccio dal 16 novembre all’8 gennaio si fronteggiano le personali di Giorgio Ortona (1960) e Francesco Cellini (1944). Del primo, pittore sospeso tra realismo e astrazione, è esposta la produzione recente incentrata sulla periferia romana, del secondo, architetto autore di importanti progetti edilizi, sono esposti disegni e plastici, con particolare riferimento a Roma.

Redazione GDA, 08 novembre 2016 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Al MoMA la retrospettiva della pioniera della performance che si vorrebbe rivedere più volte

Il tema scelto, «Una nuova gioventù», è dedicato alle preoccupazioni dei giovani di oggi e al loro rapporto con le generazioni passate

Documenti dell’Archivio di Stato di Ancona li rappresentano nel contesto storico del regime fascista

La seconda puntata di una corrispondenza sui motivi che ci spingono a visitare i luoghi dell’arte

Il Macro cinese e cinetico | Redazione GDA

Il Macro cinese e cinetico | Redazione GDA