Il festival Kyotographie annulla i confini
La rassegna è ospitata in diverse località della città di Kyoto e comprende 14 mostre, sia personali sia collettive

Dal 15 aprile al 14 maggio torna il «Kyotographie International Photography Festival», tra gli eventi di fotografia più riconosciuti al mondo. Ospitata in diverse località della città giapponese e comprendente 14 mostre, sia personali sia collettive, l’11ma edizione della rassegna ha come tema l’idea di «confine» e invita a riflettere su come «queste linee influenzano la nostra esistenza», spiegano Yusuke Nakanishi e Lucille Reyboz, cofondatori del festival.
Da Ishiuchi Miyako a Boris Mikhailov, Paolo Woods e Coco Capitán, Kyotographie riunisce artisti la cui produzione, sebbene visibilmente ispirata all’estetica dei loro Paesi, è dotata di una risonanza che trascende i limiti dei confini nazionali. Pur affrontando un’ampia gamma di argomenti, tra cui le ondate migratorie, la rappresentazione dell’universo femminile, l’identità di genere e la percezione soggettiva del mondo che ci sta attorno, i progetti esposti sembrano parlare una lingua universale. Se è vero che «l’istinto umano ci spinge a evolverci continuamente, superando nuove frontiere e creando nuovi territori, concludono Nakanishi e Reyboz, il desiderio di oltrepassare le barriere è ciò che ci mantiene in vita».