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Le altre 2 mostre sono dedicate a Martin Weber e a Giorgio Lotti
- Monica Poggi
- 21 giugno 2019
- 00’minuti di lettura


Uno scatto della serie «Mapa de Sueños Latinoamericanos» di Martin Weber (particolare). © Martin Weber
Il Festival Fvg Fotografia parte con Iacolutti
Le altre 2 mostre sono dedicate a Martin Weber e a Giorgio Lotti
- Monica Poggi
- 21 giugno 2019
- 00’minuti di lettura
Monica Poggi
Leggi i suoi articoliNel corso della sua storia il Craf (Centro Ricerca e Archiviazione della Fotografia) ha realizzato oltre trecento mostre di fotografia in Italia e nel mondo. Tra gli eventi espositivi più rilevanti vi è l’annuale Festival Friuli Venezia Giulia Fotografia, che dal 1987 valorizza e premia gli autori più significativi sulla scena nazionale e internazionale con mostre e premi dedicati. Tra questi, Charles-Henri Favrod, Josef Koudelka, Frank Horvat, Steve McCurry e Joel Meyerowitz.
Grazie alla 33ma edizione del Festival Friuli Venezia Giulia Fotografia il pubblico «potrà viaggiare seguendo le riflessioni visive di tre autori che inseguono la diversità come risorsa sociale», afferma Luca Giuliani, nuovo direttore del centro. Il tema del Festival, «Sguardi differenti», è affrontato da tre autori che interpretano la complessità del mondo. A ciascuno è dedicata una mostra.
La prima è nelle Antiche Carceri di San Vito al Tagliamento dal 22 giugno all’1 settembre e presenta il lavoro di Giulia Iacolutti, vincitrice del premio che il Craf dedica a un autore regionale. Intitolata «Jannah. Il giardino islamico del Chiapas», racconta come all’interno di una piccola comunità tzotzil in Messico convivano in perfetto sincretismo le tradizioni indigene e la dottrina religiosa islamica, a cui la comunità si è convertita.
Palazzo Tadea di Spilimbergo, dal 29 giugno al 18 agosto, ospita invece «Mapa de Sueños Latinoamericanos», personale del fotografo argentino Martin Weber, vincitore dell’International Award of Photography. Il progetto portato avanti dal 1992 al 2013 esplora i desideri e le speranze delle persone incontrate nell’America Latina, alle quali ha chiesto di scrivere su una lavagna un desiderio o un sogno irrealizzato. Il risultato sono immagini emotivamente dense da cui emerge quanto la storia personale dei protagonisti sia intimamente connessa con le vicende politiche ed economiche dei luoghi da cui provengono.
La terza e ultima mostra è visitabile dal 24 agosto al 22 settembre ancora a Palazzo Tadea. Si tratta della personale di Giorgio Lotti intitolata «Cina Cina Cina». Lo storico fotografo di «Epoca» è infatti il vincitore del premio nazionale Friuli Venezia Giulia Fotografia. La mostra racconta i numerosi viaggi che Lotti ha realizzato in Cina dal 1974 al 2002 documentando le enormi trasformazioni economiche, politiche e sociali che hanno coinvolto il Paese e i suoi abitanti.

Uno scatto della serie «Mapa de Sueños Latinoamericanos» di Martin Weber (particolare). © Martin Weber