Victor Loret con la mummia scoperta nella tomba di Amenofi II. Università degli Studi di Milano

Image

Victor Loret con la mummia scoperta nella tomba di Amenofi II. Università degli Studi di Milano

Il faraone che amava la caccia e lo sport

Amenofi II e l’Egitto meno noto al Mudec

Pur essendo vissuto quando l’Egitto era all’apice della sua potenza, Amenofi II (1428-1397) non è tra i sovrani più noti al grande pubblico. Figlio del grande Thutmosi III (1479-1425) la sua figura e le sue gesta risultano oscurate da quelle del padre che riuscì a estendere l’influenza dello Stato faraonico su un territorio che andava dalla quarta cataratta del Nilo alle rive dell’Eufrate. Amenofi II consolidò le conquiste paterne e ne proseguì l’attività costruttiva. La notorietà di Amenofi II è però legata alla sua fama di cacciatore e sportivo. Celeberrimo è il rilievo oggi esposto al Museo di Arte Antica di Luxor (J. 129) che lo ritrae sul cocchio mentre trafigge con le frecce un massiccio lingotto di rame.

Il nome di Amenofi II è anche legato a uno dei più importanti ritrovamenti effettuati nella Valle dei Re. La sua tomba fu scoperta nel 1898-99 dall’egittologo francese Victor Loret, allora direttore del Servizio delle Antichità egiziano. Nonostante fosse già stata saccheggiata, conteneva ancora la mummia del sovrano, quelle di alcuni suoi familiari e di altri famosi faraoni del Nuovo Regno. In una stanzetta secondaria giacevano, uno accanto all’altro, Thutmosi IV e Amenofi III, rispettivamente figlio e nipote di Amenofi II, i re della XIX dinastia Merenptah (figlio di Ramesse II), Sety II e Siptah e quelli della XX dinastia Ramesse IV-VI. Con loro si trovava anche una mummia femminile, attribuita senza una reale ragione alla regina Tauosre, una delle poche donne ad avere regnato sulla Valle del Nilo.

La mostra «Egitto. La straordinaria scoperta del faraone Amenofi II», che rimarrà aperta al Mudec di Milano dal 13 settembre al 7 gennaio, prende spunto proprio dall’eccezionale ritrovamento effettuato da Loret. È promossa dal Comune di Milano e da 24 Ore Cultura, che ne è anche il produttore, e nasce da una collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. I curatori sono Patrizia Piacentini (titolare della Cattedra di Egittologia) e Christian Orsenigo (ricercatore in Egittologia). Agli inizi del Duemila l’Università degli Studi di Milano, grazie proprio a un’azione promossa da Patrizia Piacentini, era riuscita ad acquisire le carte personali di Loret, tra le quali vi erano i quaderni con gli appunti sugli scavi nella Valle dei Re. La mostra è una sintesi di quindici anni di studi su questo materiale. «L’idea di organizzare a Milano un evento espositivo su Amenofi II, dichiara Patrizia Piacentini, mi era venuta nel 2008, quando organizzai nella sala 44 del Museo del Cairo la mostra su Victor Loret in Egitto (1881-1899). Allora ci eravamo dedicati a tutte le attività dell’archeologo in Egitto, compresa naturalmente la scoperta della KV 35. Qui a Milano abbiamo spostato l’accento su Amenofi II del quale illustriamo la vita e le attività, le sue spedizioni, le sue opere architettoniche, la sua eredità familiare, il contesto sociale e culturale dell’epoca».

In una sala del Mudec è ricostruita in scala 1:1 la camera funeraria della Tomba di Amenofi II (KV 35) che serve da ambientazione per i dieci monumenti provenienti dal Museo Egizio del Cairo. Tra questi figurano la statua assisa del sovrano, scelta come immagine simbolo della mostra, una sfinge e alcune statue lignee provenienti dalla tomba del sovrano. Accanto a questi reperti saranno esposti il giornale di scavo di Loret e le fotografie da lui scattate al momento della scoperta alle mummie ritrovate negli annessi. Tra gli altri oggetti, molti dei quali vengono dal Rijksmuseum van Oudheden di Leida, degna di nota è una stele che raffigura Amenofi II e vari membri della sua famiglia, proveniente da una collezione privata. Postazioni multimediali documenteranno gli edifici costruiti da Amenofi II da Giza fino ad Amada.

Proponendo all’attenzione del grande pubblico la figura di Amenofi II, la mostra milanese si propone come un evento espositivo coraggioso e degno di estrema attenzione in grado di rivelare episodi meno noti della storia egizia e della ricerca egittologica, ma non per questo privi di quel fascino che contraddistingue tutta la cultura faraonica.

Sfinge di Amenofi II dal Tempio di Karnak © Museo Egizio del Cairo

Una pagina del giornale di scavo di Victor Loret relativa alla scoperta delle mummie reali nella Tomba di Amenofi II (Università degli Studi di Milano)

Victor Loret con la mummia scoperta nella tomba di Amenofi II. Università degli Studi di Milano

Francesco Tiradritti, 12 settembre 2017 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Sono ora visitabili le due torri di Saladino, della Sabbia e del Fabbro, con il progetto di recupero dei monumenti islamici e il tentativo di prolungare i soggiorni dei turisti

L’ex direttrice del Museo Egizio di Torino racconta come già in Germania avesse contrastato il mercante armeno, poi coinvolto nella querelle sul discusso Papiro di Artemidoro ancora oggetto di opinioni divergenti

Era rimasto chiuso per 18 anni. Ora è completamente ristrutturato e dotato di nuovi ambienti come la gipsoteca e la biblioteca di libri rari, la caffetteria e il ristorante

Nessun pannello esplicativo, attribuzioni che lasciano perplessi e un generale stato conservativo non ottimale, oltre a un catalogo irreperibile

Il faraone che amava la caccia e lo sport | Francesco Tiradritti

Il faraone che amava la caccia e lo sport | Francesco Tiradritti