
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Venezia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a VeneziaVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Esposti anche 21 dei 63 disegni della regina
- Stefano Miliani
- 06 luglio 2017
- 00’minuti di lettura


Il disegnatore perfetto
Esposti anche 21 dei 63 disegni della regina
- Stefano Miliani
- 06 luglio 2017
- 00’minuti di lettura
Stefano Miliani
Leggi i suoi articoli«Disegna sempre al massimo livello quasi che voglia cancellare i disegni precedenti per non apparire che come un disegnatore perfetto». L’artista mosso da tale ambizione è Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato (1609-85) e lo descrive così il direttore dei Musei Civici di Ascoli Piceno Stefano Papetti a proposito della mostra «Devota Bellezza. Il Sassoferrato con i disegni della Collezioni Reali britannica» aperta fino al 5 novembre nel Palazzo degli Scalzi nel borgo natale del pittore.
La rassegna ha messo a segno una sorta di scoop espositivo ottenendo 21 dei 63 fogli della regina Elisabetta mai usciti dai confini britannici su un corpus stimato di 90 opere grafiche certe. Li affiancano 9 disegni di collezioni private e 17 dipinti dalle Marche investite dal terremoto, più altri da Roma e Padova, e selezionati da Vittorio Sgarbi.
Arrivati in Gran Bretagna nel Settecento, i fogli giungono dalla Royal Library del Castello di Windsor tramite il comitato che ha come commissario scientifico François Macé de Lépinay e Stefano Papetti come presidente curatore, il quale aggiunge: «Questi disegni hanno un livello di finitura tale che presentano differenze minime con la pittura. Qualche Madonna nel dipinto ha in più l’aureola, ma le pieghe delle vesti hanno già una perfezione estrema. È un pittore con una componente di idealizzazione molto forte. È strano che non ci siano altri disegni più rapidi: può darsi li abbia distrutti lui stesso».
Intanto la rassegna attesta una rinnovata attenzione verso un artista rimasto fedele a soggetti sacri, al Classicismo e a Raffaello come evidenzia la mostra sempre sul Sassoferrato ora in corso fino al primo ottobre nella Galleria Tesori d’Arte nel complesso monastico di San Pietro a Perugia (cfr. n. 374, apr. ’17, p. 39).