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300 affiches del «mago» Renato Casaro in tre sedi a Treviso
- Veronica Rodenigo
- 01 settembre 2021
- 00’minuti di lettura


Particolare della locandina di «Il tè nel deserto» di Bernardo Bertolucci, disegnata da Casaro
Il cinema in cartellone
300 affiches del «mago» Renato Casaro in tre sedi a Treviso
- Veronica Rodenigo
- 01 settembre 2021
- 00’minuti di lettura
Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliSapevano riassumere in un’immagine iconica il titolo di un grande film, le locandine d’un tempo, fissandola indelebilmente nella memoria così a prima vista, su di un muro cittadino, all’entrata o all’interno di un cinema. A disegnarle erano i cartellonisti come Renato Casaro, trevigiano d’origine, classe 1935, cui la città del Sile dedica fino al 31 dicembre una grande mostra (a cura di Roberto Festi, Eugenio Manzato e Maurizio Baroni) in una triplice sede: la nuova sede del Museo Nazionale Collezione Salce nell’ex Chiesa di Santa Margherita, quella presso il Complesso di San Gaetano, appartenente allo stesso museo e infine quella presso i Musei Civici di Santa Caterina.
In tutto trecento pezzi che ci ricordano 170 pellicole celeberrime (tra cui «Il tè nel deserto» e «L’ultimo Imperatore» di Bernardo Bertolucci, «Il nome della rosa», di Jean Jacques Annaud, i western di Sergio Leone), una carriera tra Cinecittà e Hollywood durata 50 anni e l’evoluzione di una tecnica, dalla pennellata alle maquette ad aerografo.
A scandire il percorso un criterio cronologico e tematico che non tralascia bozzetti (dall’archivio di Casaro ma anche da collezioni pubbliche e private) né il ricorso al digitale. A Santa Margherita difatti una proiezione a cascata anima le pareti della zona absidale aggiungendo ulteriori manifesti a quelli già presenti in mostra; a Santa Caterina si sviluppa la sezione dal titolo «Treviso, Roma, Hollywood» mentre a San Gaetano la sezione «Dall’idea al manifesto» consente al visitatore di conoscere le dinamiche evolutive prima di giungere al risultato finale: i contatti con le grandi case di produzione e i primi schizzi, le varianti volute dalla committenza, l’inserimento del lettering fino alla stampa. Un’occasione per conoscere una parte della copiosa collezione dei manifesti del Museo Salce e quella d’una pratica artistica che seppe resistere sino agli anni Novanta.

Particolare della locandina di «Il tè nel deserto» di Bernardo Bertolucci, disegnata da Casaro

La locandina di «Il tè nel deserto» di Bernardo Bertolucci disegnata da Casaro