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Federico Florian
Leggi i suoi articoliDa Peep-Hole la retrospettiva di un prolifico allievo di Gerhard Richter
«Painting, painting» è il titolo della retrospettiva che Peep-Hole, fino al 6 giugno, dedica al pittore Ull Hohn, scomparso nel 1995, a soli 35 anni, per Aids. La mostra fa luce sulla prolifica attività dell’artista tedesco, allievo di Richter alla Kunstakademie di Düsseldorf prima del trasferimento a New York nel 1984. In un momento in cui si facevano largo le meditazioni concettuali dell’Institutional Critique e si guardava con sospetto al medium pittorico, Hohn elaborò un linguaggio originale, un metadiscorso sulla pittura, senza mai rinunciare a una bellezza estetica che è il marchio di fabbrica dei suoi lavori.
La mostra offre una panoramica delle varie serie di dipinti realizzate da Hohn negli anni Ottanta e Novanta: i «Nine Landscapes», frammenti di paesaggi ottocenteschi riprodotti su box di legno e ricoperti di un giallo uniforme; o il gruppo dei «Joy of Painting», tele dipinte seguendo le istruzioni impartite da Bob Ross nell’omonimo programma televisivo americano; o ancora i «Pattern Paintings», incentrati sull’omosessualità dell’autore e che rappresentano sagome di genitali maschili su sfondi astratti e variopinti.
Completano l’esposizione i «Particular Room Dividers» di Tom Burr, il compagno di una vita di Ull Hohn. Si tratta di quattro strutture di compensato, in parte specchiate e dislocate nello spazio espositivo, che rielaborano il ricordo dell’esperienza del Whitney Independent Study Program a New York, a cui parteciparono i due artisti nel 1987.
«Quando ho conosciuto Ull una parete separava i nostri studi. Ho ripensato a quella parete quando ho iniziato a riflettere su come introdurre la raccolta dei suoi dipinti in questa mostra», dichiara Burr. Le pareti richiamano i quattro muri di una stanza; incorniciano, riflettono e in parte nascondono i dipinti di Hohn, metafore architettoniche dell’attaccamento e dell’affetto profondo tra i due artisti.
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