I mondi stratificati di Crosby
Da David Zwirner la tanto attesa mostra dell’artista nigeriana, americana d’adozione, Njideka Akunyili Crosby

Al giorno d’oggi ogni spazio d’arte contemporanea per sentirsi «politically correct» pare debba avere nel proprio elenco almeno un «black artist» la qual cosa porta a volte i galleristi ad inseguire autori che forse non valgono le decine di migliaia di euro che sono richiesti per accaparrarsi una loro opera. In questo mare magnum di proposte le grandi realtà sono solitamente quelle che riescono a proporre i nomi più validi. Questo è il caso di David Zwirner che presenta una mostra dell’artista Njideka Akunyili Crosby nata nel 1983 in Nigeria ma trasferitasi da adolescente negli Stati Uniti dove tuttora vive.
La talentuosa quarantenne, nella mostra intitolata «Coming Back to See Through, Again», visitabile a New York fino al 28 ottobre, espone un gruppo di lavori composti tra il 2021 ed il 2022, alcuni dei quali già compresi nella personale al Blanton Museum of Art di Austin. A voler essere un po’ malpensanti, l’iniziativa sembra rispondere ad una strategia, ovvero rendere le opere ancora più appetibili ai collezionisti dal momento che esse sono già state considerate degne di un’esposizione presso un’istituzione pubblica. Sono comunque molte le sue mostre in musei americani mentre da noi è stata vista alla Biennale di Venezia del 2019.
Le opere dell’artista sono complesse sia dal punto di vista della tecnica, sia da quello dei molteplici rimandi culturali ai quali le tele fanno riferimento. Ogni composizione incorpora infatti pittura, collage con pagine di vecchie riviste della natìa Nigeria e trasferimenti fotografici che si sovrappongono creando una molteplicità di strati. Oltre alla componente essenzialmente figurativa, vi si possono leggere piani spaziali e temporali diversi spesso rappresentati da giardini, porte o finestre che paiono affacciarsi su ricordi e memorie. L’autrice, assai affermata e le cui opere all’asta hanno superato il milione di dollari, grazie anche a questo allestimento nella principale delle gallerie di David Zwirner non farà che consolidare ancor di più la sua meritata reputazione.