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Carla Cerutti
Leggi i suoi articoliCaraglio (Cuneo). È una gioia per gli occhi e per i sensi visitare la mostra «Y Kimono Now / Perché Kimono Oggi», aperta fino al 5 novembre al Filatoio di Caraglio, il più antico setificio rimasto in Europa, oggi anche sede di mostre temporanee. Un centinaio di meravigliosi kimono («cosa da indossare»: «ki» da «kiru», che significa vestire, e «mono», che significa «cosa») sono stati selezionati dalla nutrita collezione, di oltre 800 esemplari, raccolta da Nancy Stetson Martin in più di 40 anni di ricerca appassionata e competente. L’affascinante signora americana è, infatti, una stimata studiosa di tessuti che ha vissuto e lavorato a Milano, Tokyo e Bali, titolare di corsi universitari e di pubblicazioni sugli aspetti della progettazione tessile e sulla storia del kimono.
Suddivisi per stagioni e per tematiche decorative, i kimono prescelti si librano nell’aria grazie a un allestimento essenziale e poetico che ne esalta tutta l’eleganza e singolarità senza tempo. Tale è la loro bellezza da continuare a sedurre e ispirare molti artisti e stilisti contemporanei, nipponici e non, cui è dedicata una sezione della mostra che testimonia quanto il Giappone continui a essere un punto di riferimento estetico per l’Occidente.
Il progetto dell’esposizione è di Consolata Pralormo, la curatela di Nancy Stetson Martin e Fabiola Palmeri, il grazioso catalogo di Gli Ori. Fondamentale il contributo della Fondazione Crt, della Fondazione Crc, della Compagnia di San Paolo e della Banca di Caraglio (www.filatoiocaraglio.it)

Una veduta dell'allestimento. Foto Gianni Pezzani
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