I giovani alla Fondazione Sandretto

Una terna di esposizioni nella sede di via Modane

Un'opera esposta alla mostra «Stretching the body»
Carlotta de Volpi |  | Torino

Tre le mostre della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo visitabili dal 5 novembre. Una è «Martine Syms: Neural Swamp», a cura di Irene Calderoni e Amanda Sroka. È un’installazione immersiva che vede protagoniste tre entità: Athena, Dee e la narratrice; ciascuna appare su un monitor o proiettata sulla superficie espositiva, invadono lo spazio anche con la loro voce, che legge un copione generato in tempo reale da un software AI di scrittura.

«Safe House», a cura di Irene Calderoni e Bernardo Follini, è una collettiva di «Verso», programma espositivo ed educativo rivolto alle giovani generazioni. Con opere di Sharon Hayes, Sandra Mujinga, Ho Tzu Nyen e Tobias Zielony, indaga il concetto di complicità, visibilità e invisibilità come prospettive attraverso cui mettere in discussione la realtà. «Stretching the Body» riunisce invece dieci artiste internazionali tra cui Jana Euler, Christina Quarles, Avery Singer, Anj Smith e Ambera Wellmann, intorno alla rappresentazione pittorica della figura umana.

Fino al 7 novembre prosegue inoltre «Memory Matters», concepita in collaborazione con Biennale Democrazia e Black History Month Florence, un progetto espositivo diffuso nel Parco del Valentino con quattro interventi artistici commissionati a Leone Contini, Adji Dieye con Silvia Rosi, Alessandra Ferrini, e Muna Mussie. Nella sede di Guarene, invece, fino al 28 novembre c’è «Badly Buried», mostra conclusiva dello Young Curators Residency Programme.

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