I dipinti al profumo di Mediterraneo di Sorolla

A Palazzo Reale di Milano prima monografica in Italia di un artista che con l’Italia ebbe rapporti ripetuti, stabilendosi anche per un certo tempo ad Assisi

«Pomeriggio sulla spiaggia a Valencia», di Joaquín Sorolla y Bastida. © Colección Arango
Ada Masoero |  | Milano

Fu nel 1900 che la fama di Joaquín Sorolla (Valencia, 1863-Cercedilla, 1923), dopo anni faticosi, decollò: vinse infatti il Grand Prix all’Exposition Internationale con cui Parigi salutava il nuovo secolo, superando artisti come Klimt e Alma-Tadema con il dipinto «Triste eredità!», 1899, che a dispetto del tema doloroso dei bambini poliomielitici che giocano con le onde, conquista lo sguardo per la resa stupefacente di quella luce mediterranea da lui tradotta in modo ineguagliabile sulla tela.

Esempio della pittura «sociale» molto diffusa allora in Europa, il dipinto è esposto con una sessantina di altre opere miliari nella mostra «Joaquín Sorolla. Pittore di luce» (dal 25 febbraio al 26 giugno, catalogo Skira) curata per Palazzo Reale da Micol Forti e Consuelo Luca de Tena, e prodotta da Palazzo Reale/Comune di Milano e CMS.Cultura: la prima monografica in Italia di questo artista che pure, in vita, fu celeberrimo e che con l’Italia ebbe rapporti ripetuti, sin dai tempi della borsa di studio (1885) che gli permise di visitarla e di stabilirsi ad Assisi.

Le opere, giunte dal Museo Sorolla e dalla Fundación Sorolla di Madrid (partner della mostra) e da altri musei italiani e stranieri, sono suddivise in aree tematiche, partendo proprio dalla pittura sociale. Poi, ecco i ritratti, delle élite internazionali e, più ancora, quelli dell’amata Clotilde e dei figli.

Ed è lei, elegantissima in un abito bianco gonfio di vento e con una piccola Kodak fra le mani, la protagonista di «Istantanea, Biarritz», 1906, uno dei molti suoi dipinti «marini», come il grandioso e premiatissimo «Cucendo la vela», 1896, acquistato da Ca’ Pesaro alla Biennale del 1905.

Non meno splendenti di luce e colori sono i giardini che li seguono, precedendo il ciclo monumentale «Visione della Spagna» (1912-19, per l’Hispanic Society of America, presenti qui con alcuni grandi studi), in cui Sorolla dipinse i «tipi» caratteristici delle diverse regioni.

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Ada Masoero