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I critici sono ingombranti

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Achille Bonito Oliva

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Ho attraversato decenni di storia dell’arte puntando sulla mia individualità, sulla singolarità, direi pure sul protagonismo. In questo senso non mi sono accodato neppure agli artisti, non ritenendo dovessi assecondare nessuno né fosse degno di una mente libera farsi gregaria di altre, limitandosi magari ad esegeta o commentatore di opere. Credo che l’artista e il critico siano due professioni ben distinte ma complementari, entrambe segnate necessariamente da un alto livello creativo, seppure diversamente esercitato. Il critico, a mio modo di vedere, opera attraverso due soluzioni di scrittura: una saggistica, elaborando con parole i pensieri, ed una espositiva, ove adoperi lo spazio per realizzare l’immagine del suo pensiero. Questa è l’avventura intellettuale che un critico deve compiere, sfruttando in piena potenza le sue energie intellettuali. Va da sé che spesso gli artisti abbiano sentito con paura e preoccupazione la «ingombrante» presenza del critico, che fossi io o un altro, leggendo nella nostra forza creativa qualcosa di ostile alla loro. Per questo va chiarito che il lavoro di ogni intellettuale, critico o artista che sia, ha una sua specifica poetica e merita rispetto.

Achille Bonito Oliva, 09 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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