Image

Particolare di uno dei due Bronzi di Riace; l’altro sullo sfondo

Image

Particolare di uno dei due Bronzi di Riace; l’altro sullo sfondo

I Bronzi di Riace sono ancora sconosciuti

A mezzo secolo dalla «pesca miracolosa» a Riace non abbiamo ancora le risposte a tutte le domande. Al MArRC anche una grande mostra

Graziella Melania Geraci

Leggi i suoi articoli

Sono passati 50 anni da quel 16 agosto 1972 in cui dal mare di Riace (Rc) affiorarono gli iconici Bronzi. A mezzo secolo da allora il luogo che oggi li custodisce, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria (MArRC), li festeggia con una grande mostra che coinvolge i maggiori musei e siti archeologici della Magna Grecia e i loro eroi, con un percorso visivo sui Bronzi e sulla loro storia, con un premio dedicato, con un’esposizione di reperti salvati dai depositi allagati e con diversi progetti in collaborazione con gli enti regionali per la promozione territoriale.

Un intenso programma portato avanti dal lavoro del direttore del MArRC Carmelo Malacrino e dallo staff museale nonostante la riduzione al 30% dell’organico. Ma che cosa è cambiato della conoscenza dei Bronzi in 50 anni? «Oggi conosciamo i Bronzi, risponde Malacrino, ma non abbiamo ancora le risposte a tutte le domande. Li conosciamo dal punto di vista tecnico grazie ai restauri fatti ma non sappiamo esattamente chi li abbia realizzati e chi possano rappresentare: le ipotesi sono tantissime e sono certo che si continuerà a discutere sulla loro identificazione. I Bronzi di Riace sono tra i pochissimi originali greci del V secolo a.C. pervenuti a noi, inoltre la modalità della scoperta li ha trasformati subito in un fenomeno unico, come si vide alla loro prima esposizione a Firenze. Sono le opere più iconiche del mondo antico e per questo si sta lavorando anche sulla loro candidatura Unesco».

Il MArRC ha costruito una ricca programmazione già iniziata con la mostra «Il vaso sui vasi. Capolavori dal Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia» aperta fino a settembre al piano delle mostre temporanee, da poco inaugurato, con 50 capolavori che raccontano le modalità di rappresentazione e il significato dei vasi.

Previste anche le esposizioni «Oltre l’emergenza», con circa 150 reperti restaurati dal museo in seguito all’alluvione dei depositi del 2018; le foto dei Bronzi di Luigi Spina appositamente installate sulla terrazza del museo; una mostra celebrativa con foto e video di questi 50 anni dalla loro scoperta.

Molto più complessa la grande mostra «L’età degli Eroi. La Magna Grecia per i Bronzi di Riace», che si inaugura il 12 agosto alle 17.30 e chiuderà il 23 ottobre, con un centinaio di reperti e il coinvolgimento di molti istituti e dei principali musei della Magna Grecia in un progetto che sottolinea la possibilità di una rete museale legata proprio alla Magna Grecia.

Particolare di uno dei due Bronzi di Riace; l’altro sullo sfondo

Carmelo Malacrino direttore del MArRC ritratto davanti al Cavaliere di Casa Marafioti

Graziella Melania Geraci, 12 agosto 2022 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Nata a Tirana, ma da anni in Italia, la pittrice Iva Lulashi sviluppa nella mostra curata da Antonio Grulli un progetto ispirato alle teorie della rivoluzionaria pensatrice femminista russa Alexandra Kollontai

Nella Regio IX del Parco Archeologico scoperti raffinati affreschi che rimandano alla guerra di Troia

Nuovi spazi con un allestimento scenografico per i reperti delle ville romane del territorio stabiese insieme a una scuola di formazione e digitalizzazione

Il curatore Mahi Binebine ha dichiarato di aver speso «diverse decine di migliaia di euro» per garantire che il progetto fosse completato entro tre mesi. Ora sta pensando di presentare lo stesso progetto altrove

I Bronzi di Riace sono ancora sconosciuti | Graziella Melania Geraci

I Bronzi di Riace sono ancora sconosciuti | Graziella Melania Geraci