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Redazione GdA
Leggi i suoi articoliNel solco della tradizione secolare di valorizzazione del patrimonio culturale e in continuità con l’interesse per l’arte internazionale dimostrato in Laguna fin dal collezionismo del ’500, la comunità benedettina dell’Abbazia di San Giorgio Maggiore a Venezia, con il contributo della Benedicti Claustra Onlus, ha acquistato l’olio su tavola di Jan Matsys «Vergine in preghiera» databile al 1552 (44x56 cm).
L’importante dipinto, che gode di un unanime e autorevole consenso attributivo, proveniva dalla Galleria Caretto & Occhinegro di Torino e verrà inserito nel catalogo ragionato a cura di Maria Clelia Galassi di prossima pubblicazione. La presenza nei musei italiani di opere di Jan Matsys è rara, essendone conservate unicamente tre nei Musei di Strada Nuova di Genova.
Questa nuova acquisizione rafforza la presenza di arte fiamminga in Laguna, dove già sono visibili l’«Ecce Homo» di Quentin Matsys, padre di Jan, a Palazzo Ducale e le «Quattro visioni dell’Aldilà» di Hieronymus Bosch alle Gallerie dell’Accademia. E proprio alle tre opere maggiori «genovesi» di Jan Matsys, quali la «Madonna col Bambino» e l’«Adorazione del Bambino» del 1522, e la «Caritas», è collegata la «Vergine in preghiera»: la fisionomia, l’acconciatura e il velo sono i medesimi e testimoniano l’autonomia iconografica della Vergine che non risulta essere derivata da un prototipo paterno, bensì una delle prime concezioni del tutto autonome.
Jan Matsys, «Vergine in preghiera» (particolare)
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