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«White Mirror», 2019, di Didier Guillon

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«White Mirror», 2019, di Didier Guillon

Hansel e Gretel nel Palazzo Bonvicini

Un percorso in sei stanze tra installazioni metafora di un cammino esistenziale

Veronica Rodenigo

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Il rinascimentale Palazzo Bonvicini, nel sestiere di Santa Croce, è diventato la sede della Fondation Valmont, del gruppo della maison Valmont, guidata dalla famiglia Guillon e già presente in laguna con l’organizzazione di mostre temporanee in occasione delle Biennali d’arte del 2015 e 2017.

Dall’11 maggio al 24 novembre il Palazzo aprirà al pubblico con la mostra «Hansel & Gretel - White Traces in Search of Your Self», a cura di Luca Berta e Francesca Giubilei. È un viaggio simbolico che ha inizio dai ricordi personali dei tre protagonisti: Didier Guillon (presidente della Fondazione, conoscitore e appassionato d’arte discendente di una famiglia di collezionisti, esteti e mecenati); Isao, artista dalle radici ispaniche e giapponesi, e Silvano Rubino, artista veneziano.

Un percorso in sei stanze tra installazioni metafora di un cammino esistenziale. Si comincia dalle foto ricordo dell’infanzia insieme ai genitori in vari contesti: la scalinata di una chiesa, la laguna di Venezia, un prato. Poi le installazioni guidano il visitatore in varie tappe: la casa, il bosco, la trappola e il ritorno, proprio come nella fiaba di Hansel e Gretel.

Un messaggio, infine, chiude il percorso come un ciclo: «Luce e oscurità seguono il viaggiatore, che inciampa sulle radici dei suoi ricordi. La strada era tortuosa, ma il bosco è finito. Il ritorno arriva solo dopo essersi persi. Il futuro si apre quando possiamo guardare al passato con occhi nuovi, non più obbligati a ripeterlo. La casa è quella che hai lasciato tanto tempo fa, ma ora sembra diversa».

«White Mirror», 2019, di Didier Guillon

Veronica Rodenigo, 10 maggio 2019 | © Riproduzione riservata

Hansel e Gretel nel Palazzo Bonvicini | Veronica Rodenigo

Hansel e Gretel nel Palazzo Bonvicini | Veronica Rodenigo