I Musei Vaticani ospitano, fino al 15 maggio, nella Sala I del Museo Gregoriano Egizio, un rilievo funerario in calcare dipinto nel XIII secolo a.C., proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze. L’evento è parte della rassegna «Collezioni in dialogo», che si propone come momento di collaborazione e intesa tra i Musei Vaticani e istituzioni museali nazionali e internazionali. Il primo appuntamento espositivo, conclusosi lo scorso giugno, ha visto il prestito, da parte del Museo Egizio di Torino, della statua del faraone Amenhotep II.
Ora è un prezioso reperto della collezione egizia del museo fiorentino ad arricchire, temporaneamente, le collezioni vaticane. Il rilievo funerario proviene dalla tomba dell’alto dignitario Ptahmose, che ricoprì numerose cariche alla corte dei faraoni Sety I e Ramesse II. Il rilievo mostra il defunto con in mano lo scettro e un fazzoletto, simboli di alto lignaggio, accanto alla moglie Inehyt nell’atto di ricevere le offerte funerarie dai loro sette figli.
La tomba di Ptahmose, nella necropoli di Saqqara, in Egitto, era nota sin dall’inizio del XIX secolo. Saccheggiata e sepolta dalla sabbia, cadde però nell’oblio, e fu nuovamente identificata dagli scavi di Auguste Mariette nel 1859. In seguito ai recenti scavi dell’Università del Cairo, nel 2010, è stato finalmente possibile lo studio scientifico e sistematico della tomba e dei suoi arredi.
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