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Gli accademici occupano il Forte
- Emmanuele Bo
- 05 settembre 2017
- 00’minuti di lettura
Emmanuele Bo
Leggi i suoi articoliSi compone di 115 tra dipinti, disegni e sculture la mostra «I capolavori dell’Accademia Nazionale di San Luca. Da Raffaello a Balla», visitabile fino al 7 gennaio nelle cannoniere del Forte di Bard, curata da Vittorio Sgarbi con Francesco Moschini, segretario generale dell’Accademia di San Luca, e Gabriele Accornero.
La rassegna copre circa cinque secoli di storia dell’arte italiana, grazie al corposo prestito dalla collezione dell’Accademia, costituitasi a partire dal Seicento principalmente grazie ai doni e ai lasciti di accademici o di collezionisti privati o attraverso i concorsi banditi dall’Accademia stessa. Elemento caratterizzante della mostra sono le 22 opere restaurate tramite interventi sostenuti per il 70% dall’Associazione Forte di Bard e per il restante 30% dalla stessa Accademia. Annalisa Cittera, responsabile scientifico del Polo Espositivo di Bard, ha dichiarato: «Una delle “mission” della nostra associazione è valorizzare collezioni nazionali e internazionali, non note al grande pubblico. Così, su segnalazione di Vittorio Sgarbi, ci siamo occupati di quella dell’Accademia di San Luca.
Tra i restauri più interessanti, citerei la “Santa Martina” di Pietro da Cortona, il “Carnefice con la testa del Battista” attribuita a Giovanni Battista Beinaschi, e la “Cattura di Cristo” del Cavalier d’Arpino». Il percorso della mostra prende avvio con il prezioso affresco staccato di Raffaello raffigurante un putto; presenti anche capolavori di Agnolo Bronzino, Giambologna, Jacopo da Bassano, Guido Reni, Guercino, Gian Lorenzo Bernini, Rubens, Anton van Dyck, Giovanni Battista Piazzetta, Francesco Hayez e due olii di Giacomo Balla (un «Autoritratto» e il «Contadino») che chiudono la mostra.