NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL'ARTE | 30 NOVEMBRE 2023

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GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE 2023

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Il quaderno di schizzi di Caspar David Friedrich del 1804 in asta da Villa Grisebach a Berlino. Cortesia Villa Grisebach

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La Germania restituisce 75 reperti archeologici al Messico

Le autorità tedesche hanno restituito 75 reperti archeologici al Governo del Messico nel corso di una cerimonia tenutasi il 23 novembre presso l’Ambasciata messicana a Berlino. Settantaquattro degli oggetti sono stati restituiti spontaneamente quest’anno dal Museo Schloss Salder di Salzgitter, nella Bassa Sassonia; l’altro reperto  è stato confiscato dagli agenti doganali di Lipsia. Secondo l’antropologo Diego Prieto, i 74 oggetti provenienti dal museo furono sottratti 120 anni fa da un cittadino tedesco coinvolto in una perforazione di pozzi nella città di Tampico, nell’attuale Stato di Tamaulipas, sulla costa del Golfo del Messico. Gli oggetti furono donati al Museo Schloss Salder nel 1963: il personale del museo identificò le loro origini nell’Huastecan, una civiltà indigena mesoamericana che dominava il Golfo del Messico, la cui lingua è parlata ancora oggi da 66mila persone. L’altro oggetto restituito è un treppiede in pietra da mortaio di 4mila anni fa, sequestrato dai funzionari doganali di Lipsia dopo che il suo possessore non aveva fornito la certificazione necessaria. 
 

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In asta da Grisebach a Berlino un quaderno di schizzi di Caspar David Friedrich. Il Governo tedesco l’ha «notificato»

Un quaderno di schizzi del 1804 di Caspar David Friedrich (1774-1840), inserito nel catalogo di un’asta prevista oggi dalla casa d’aste berlinese Grisebach, è stato proposto come «candidato a patrimonio nazionale» dalle autorità culturali dello Stato di Berlino. Grisebach ha dichiarato che la decisione di Berlino non influisce sui piani della vendita, ma comporta che l’album non può essere esportato mentre è in esame per la registrazione come importante patrimonio nazionale. Le stime d’asta sono comprese tra 1 e 1,5 milioni di euro. 
 

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Tre dipinti dell’Ottocento dell’Accademia di Brera saranno restaurati

Tre dipinti dell’Ottocento dell’Accademia di Brera torneranno ai colori originari grazie a un intervento di restauro che richiederà 18 mesi di lavoro. Si tratta di «Zenobia tratta dal fiume Arasse da alcuni pastori Parti» (1809), di Francesco Nenci, di «Il duca Francesco Sforza pone la prima pietra» (1853), di Ismaele Teglio Milla, e di «Ciro ritrova Pantea col cadavere di Abradate» (1853), di Carlo Prayer. Il restauro è sostenuto da Value Search, società milanese focalizzata nella ricerca di executive, che ha deciso di impegnarsi in questo progetto culturale che ha l’obiettivo di dare valore e concretezza alla collaborazione pubblico-privato. L’intervento, affidato a Simona Fiori, è il primo di questo tipo mai realizzato dall'Accademia di Brera grazie al contributo di una società privata. [AdnKronos]
 

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Antonio D’Amico nominato direttore del Museo Bagatti Valsecchi

Il Consiglio d’Amministrazione del Museo Bagatti Valsecchi di Milano, presieduto da Camilla Bagatti Valsecchi, ha nominato Antonio D’Amico nuovo direttore del museo. Dopo aver ricoperto il ruolo di conservatore e direttore dei Musei Civici di Domodossola per un quinquennio, Antonio D’Amico è arrivato al Bagatti Valsecchi nell’ottobre del 2021, rivestendo l’incarico di conservatore e favorendo numerose attività che hanno portato a una grande crescita di pubblico e d’interesse verso l’istituzione museale milanese di via Gesù. La direzione del Museo è stata ricoperta per molti anni da Pier Fausto Bagatti Valsecchi (scomparso lo scorso 14 ottobre), che ne è stato fondatore insieme al padre Pasino e alle sorelle Cristina, Anna Maria e Fausta. Il neodirettore accoglie l’incarico «con grande gioia, in quanto sono consapevole di portare avanti un’importante missione che ricevo da Pier Fausto Bagatti Valsecchi, il quale affermava che “chi fa un museo ha la speranza che possa durare in eterno”».

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È di Botticelli un dipinto trovato in un’abitazione privata di Gragnano?

Un dipinto attribuito a Sandro Botticelli raffigurante una «Madonna con Bambino», di cui si erano perse le tracce per circa 50 anni, è stato rintracciato in un’abitazione privata di Gragnano (Na).  Il quadro è stato riconsegnato alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’area metropolitana di Napoli e ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale del capoluogo campano, per essere sottoposto a urgenti interventi di restauro. L’opera era originariamente collocata nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, a Santa Maria la Carità (Na), e fu poi rimossa dal luogo di culto e affidata a una famiglia privata, senza che poi se ne sapesse più nulla.

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Un’installazione ambientale di Gian Maria Tosatti per Anna Maria Ortese a Capodimonte

Nonostante i lavori di ristrutturazione, il Museo e Real Bosco di Capodimonte continua a sviluppare azioni di valorizzazione e incremento del patrimonio.  Il 2 dicembre alle ore 11 verrà presentata «Damasa», installazione ambientale di Gian Maria Tosatti (Roma 1980), che entra nelle collezioni del museo con il sostegno del Pac 2022-23, promosso dalla Dg Creatività Contemporanea del MiC. Con l’artista ne parleranno Sylvain Bellenger, curatore del progetto assieme a Luciana Berti, Angela Tecce e Lia Rumma. L’opera, dedicata alla scrittrice Anna Maria Ortese (Roma, 1914-Rapallo, 98), è già stata esposta nel 2017 nella Galleria Lia Rumma: «Allora lo spazio non prevedeva finestre, racconta Tosatti. Era un luogo chiuso, intimo, spirituale. La richiesta di acquisizione da parte del museo è stata accompagnata dalla proposta di una sala in cui collocarla. E la prima cosa che il direttore Sylvain Bellenger mi disse, per parlarmene, fu che la stanza aveva una meravigliosa finestra affacciata sul porto. Ritengo questo il suo prezioso contributo curatoriale». In occasione della presentazione, all’ingresso della sala 82, interamente dedicata all’installazione, saranno allestite due sculture già in collezione di Giuseppe Vaccà (Carrara, 1803-Napoli, 1871), nonno materno della scrittrice. 

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A Verolanuova un lungo e impegnativo restauro visto da vicino

Nel 1707, a 69 anni, il pittore Andrea Celesti (1638-1710), veneziano ma molto attivo in territorio bresciano, consegna alla Basilica di San Lorenzo a Verolanuova (Bs) i monumentali dipinti raffiguranti la «Natività della Vergine» e l’«Assunzione» (10x5,30 metri cadauno). Dal 3 dicembre 2023 al 25 febbraio 2024, a conclusione di un impegnativo restauro, una nuova struttura temporanea consente di scalare fino a 4 metri di altezza i due colossali dipinti, per osservarli da vicino. Il lungo intervento conservativo è stato affidato agli studi di restauro Abeni Guerra di Brescia e Antonio Zaccaria Restauro Beni Culturali di Bergamo, ed è stato seguito da Laura Sala della Soprintendenza Abap di Bergamo e Brescia. L’iniziativa «A un passo da Celesti» è un’occasione propizia per scoprire i segreti delle ultime tele realizzate dal più ardito colorista che si sia visto a Venezia, ma che in Brescia trovò la sua città d’adozione.

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La città di Napoli a rischio gentrificazione?

Ieri, 29 novembre, a Napoli il direttore Unesco per il Patrimonio Mondiale Lazare Eloundou Assomo ha incontrato all’Hotel Oriente rappresentanti delle associazioni firmatarie del dossier, approntato in occasione delle giornate partenopee del Forum Unesco («Cultural Heritage in 21st Century, 27-29 novembre), che denuncia le criticità del centro storico e ripercorre gli ultimi vent’anni delle politiche di gestione dell’area tutelata, facendo il punto sui progetti. Erano presenti la consigliera regionale Maria Muscarà, Bona Mustilli, Annapaola Orsini e il consigliere municipale Pino De Stasio. «Abbiamo discusso per un’ora e l’incontro ha dato risultati di grande interesse, dice De Stasio.  Il direttore, ascoltandoci sull’emergenza gentrificazione, ha commentato che si tratta di timori fondati e che “Napoli non dovrà diventare come Venezia o Firenze”». In un comunicato stampa diramato da Italia Nostra su questo stesso tema, si legge: «Nel centro storico di Napoli, espressione della vitalità culturale popolare partenopea, è in corso un processo di espulsione dei residenti legato alla bolla speculativa sugli affitti turistici: gli sfratti nel 2022 sono stati 12mila mentre le offerte sulla piattaforma di Airbnb sono ormai 10mila, di cui circa il 70% sono appartamenti interi. Tra le altre problematiche, anche l’uso del patrimonio culturale a scopo esclusivamente economico, con il Comune impegnato in un processo a tappe forzate verso la gestione privatistica dei beni, spesso escludendo parti significative della comunità locale dalla gestione e fruizione patrimoniale».  [Corriere del Mezzogiorno]

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Pablo Echaurren sulla bocciatura di Roma per l’Expo 2030

«Questa Roma avvoltolata su sé stessa, imbozzolata nella sua mondezza, in una arretratezza strutturale, orgogliosa di una storia che le è sfuggita di mano, innamorata di un passato che fu costruito da altre generazioni non da quelle presenti, incapace di darsi un’immagine di lungimiranza, non poteva certo sperare di rappresentare il mondo nell’anno 2030. Già nel 1913 Giovanni Papini aveva raffigurato Roma impietosamente: una città incentrata sulle rovine, sui ruderi, sulla retorica. Una fungaia (non una nobile tartufaia), una città passatista. Scrisse un discorso che lesse al teatro Costanzi durante un meeting futurista: fu fischiato, insultato, contestato. Ma aveva ragione lui». Lo scrive l’artista Pablo Echaurren in un suo contributo pubblicato sull’edizione italiana del blog «Huffington Post».

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Chiude a Londra la Zabludowicz Collection

I collezionisti Anita e Poju Zabludowicz hanno annunciato che il loro spazio per l’arte contemporanea a nord di Londra chiuderà il 17 dicembre. Il project space, situato a Chalk Farm (al 176 Prince of Wales Road), in un’ex chiesa metodista era stato inaugurato nel 2007. Dalla sua apertura, la Zabludowicz Collection vi ha organizzato più di 100 mostre a ingresso libero, oltre a più di 640 eventi e spettacoli gratuiti, attirando oltre 250mila visitatori. Artisti come Ryan Trecartin, Lizzie Fitch, Donna Huanca e LuYang hanno debuttato nello spazio londinese. Ora, dichiarano gli Zabludowicz, «la collezione si concentrerà sull'aumento dei prestiti di opere d'arte alle istituzioni e sull'ampliamento della nostra presenza e offerta digitale. Non vediamo l’ora di avviare nuove collaborazioni con istituzioni e curatori indipendenti, nonché di continuare a sviluppare le nostre commissioni, le opportunità di sviluppo professionale e le residenze per artisti». La collezione continuerà a gestire progetti educativi per curatori e artisti emergenti attraverso i programmi Master Class e Testing Ground. 

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Il 59mo «Catalogo dell’Arte Moderna» dell’Editoriale Giorgio Mondadori di Cairo Editore

Giunge alla 59ma edizione il Catalogo dell’Arte Moderna, Editoriale Giorgio Mondadori di Cairo Editore, il più longevo e ricercato annuario dell’arte italiana, edito per la prima volta nel 1962 e divenuto da allora un riferimento imperdibile per avere una visione completa ed esaustiva del panorama artistico nazionale contemporaneo, che da quest’anno si avvale della consulenza della critica e storica dell’arte Elena Pontiggia. Nelle oltre 900 pagine dell’edizione n. 59 sono presentati 920 artisti con oltre 2mila illustrazioni, inserti a colori e dossier tematici. La prima sezione dell’annuario propone i «Maestri storici», mentre la seconda è dedicata al tessuto artistico contemporaneo con le schede di oltre 900 artisti in ordine alfabetico dal secondo dopoguerra ad oggi.

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Il «Romanistan» di Luca Vitone a Pescara

Oggi 30 novembre alle ore 18 al Cinema Massimo di Pescara verrà proiettato il film «Romanistan», di Luca Vitone. Romanistan è il progetto vincitore dell’Italian Council che ha dato vita a un libro, un film e una mostra sulla cultura romaní, a cui Vitone nel corso della sua attività ha dedicato diversi progetti e opere. Il film è il racconto del viaggio compiuto da Vitone per ripercorrere a ritroso, da Bologna a Chandigarh, il cammino di Rom e Sinti dall’India nordoccidentale fino all’Italia. Sulle tracce di una migrazione avvenuta tra l’VIII e il XIV secolo, l’artista approfondisce l’interesse per la cultura romaní. Il racconto della migrazione diviene lo strumento per una riflessione più ampia sull’idea di luogo e viaggio, di comunità e tradizione, del perpetuarsi di cliché e stigma sociali.

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A Barcellona la galleria Mayoral raddoppia

La galleria Mayoral di Barcellona annuncia l’apertura nel 2024 di un secondo spazio espositivo in Carrer Consell de Cent, 286, dedicato all'arte contemporanea. L’iniziativa è promossa da Eduard, Jordi e Cristina Mayoral, che continuano l’eredità di Manel Mayoral, fondatore nel 1989  della galleria barcellonese (con una sede anche a Parigi, in avenue Matignon). Progettato dallo Studio Jorge Vidal, il nuovo spazio si estende su 250 metri quadrati.

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Mostre che aprono

A Torino Times Square è una metafora della contemporaneità
Dopo l'XI edizione della fiera Flashback, le sale della sede di Flashback Habitat in corso Giovanni Lanza 75 a Torino riaprono al pubblico con la mostra «Time Square. L’arte in piazza trascende il tempo», ideata da Alessandro Bulgini: un dialogo o, meglio, un «match», tra opere d’arte e insegne pubblicitarie per sedici stanze (quindi sedici opere e sedici insegne) che diventano piazze metafisiche, tradizionali luoghi d’incontro, per un confronto fra tempo, arte e vita. La mostra, aperta al pubblico dal primo dicembre al 31 marzo 2024, trae ispirazione da Times Square a New York, luogo simbolo della più attuale contemporaneità e della frenetica, continua metamorfosi dell’umanità.

Redazione, 30 novembre 2023 | © Riproduzione riservata