Giorno per giorno nell’arte | 22 febbraio 2023

Joan Mitchell Foundation v/s Louis Vuitton | Alla Tate Modern di Londra in autunno arriva El Anatsui | Un nuovo museo per il Lincoln Memorial a Washington | Il «Marte» di Rubens in asta da Sotheby’s a maggio | Da Christie’s i capolavori della collezione Newhouse | La giornata in 12 notizie

A sinistra El Anatsui. Foto: © Aliona Adrianova, 2019; cortesia della October Gallery, Londra. A destra l’opera «Kindred Viewpoints» (2016), allestita nella Biennale di Marrakesh. Cortesia dell’immagine: Biennale di Marrakesh. Foto: © Jens Martin
Redazione |

La Joan Mitchell Foundation vs Louis Vuitton. La Joan Mitchell Foundation di New York,  ente che tutela il patrimonio della pittrice statunitense (1925-92), il 21 febbraio ha inviato una lettera di diffida a Louis Vuitton, sostenendo che l’azienda ha utilizzato le opere di Mitchell nella pubblicità di alcune borse senza l’assenso della fondazione. Le fotografie pubblicate sul sito web di Louis Vuitton fino al pomeriggio del 21 febbraio mostrano l’attrice francese Léa Seydoux in posa con la linea di borse Capucines LV, che possono costare decine di migliaia di dollari, davanti a quelle che sembrano essere colorate tele astratte di Mitchell. In un comunicato la Fondazione dichiara di aver già negato più di una volta le richieste di Louis Vuitton di utilizzare le opere di Mitchell in una campagna pubblicitaria: da tempo infatto la politica dell’istituzione newyorkese prevede che le immagini dell’arte di Mitchell possano essere utilizzate solo a fini didattici. [Carlie Porterfield]

In autunno alla Tate Modern di Londra arriva El Anatsui. Il vasto spazio della Turbine Hall della Tate Modern di Londra dal prossimo 10 ottobre al 14 aprile 2024 sarà occupato da un lavoro di El Anatsui. All’artista ghanese-nigeriano è stata affidata la prossima Hyundai Commission, l’annuale allestimento sponsorizzato dalla ditta giapponese, nel vasto spazio londinese che in passato ha ospitato le installazioni di Kara Walker e Olafur Eliasson, e ora di Cecilia Vicuña (fino al 16 aprile). Nato a Anyako nel 1944, Anatsui si è trasferito in Nigeria nel 1975, dove ha iniziato a insegnare arte presso la locale Università, assumendovi alla fine il ruolo di professore di scultura. [Il Giornale dell’Arte]

Il Lincoln Memorial a Washington avrà un nuovo museo da 69 milioni di dollari. Il 20 febbraio è stato presentato un ambizioso progetto per la costruzione di un museo da 69 milioni di dollari sotto il Lincoln Memorial, nel National Mall di Washington. Lo spazio sotterraneo del Lincoln Memorial è una sorta di cripta con soffitto a volta, che sarà convertita in 1.400 metri quadrati di spazio espositivo. L’apertura del nuovo museo è prevista per il 2026, in tempo per il 250mo anniversario della firma della Dichiarazione di Indipendenza. Inaugurato nel 1922 dopo otto anni di cantiere, il Lincoln Memorial è un edificio in stile tempio neoclassico che onora Abraham Lincoln, il 16mo presidente degli Stati Uniti, che abolì la schiavitù e avviò la nazione verso la riconciliazione dopo la Guerra Civile. [Redazione]

Il «Marte» di Rubens in asta da Sotheby’s a maggio. Sotheby’s ha presentato il 21 febbraio un ritratto di Pieter Paul Rubens che andrà all’asta a maggio a New York, durante l’Evening Sale di arte moderna. In un comunicato la casa d’aste ipotizza che l’opera possa realizzare tra i 20 e i 30 milioni di dollari. Rubens completò il dipinto ad Anversa intorno al 1620, all’apice della sua creatività. «Ritratto di un uomo nelle vesti del dio Marte» ha già fatto segnare, nel corso della sua esistenza, il prezzo più alto per Rubens all’asta, quando nel 2000 raggiunse gli 8,2 milioni di dollari  sempre da Sotheby’s a New York. Il dipinto non è più passato sul mercato dal 2002 ed è rimasto esposto al pubblico al Metropolitan Museum of Art di New York per diversi anni. [Carlie Porterfield]

Da Christie’s i capolavori di arte moderna e contemporanea collezionati da S.I. Newhouse. Andranno all’asta da Christie’s questa primavera (la data precisa non è ancora stata comunicata) opere provenienti dalle collezioni del defunto magnate di Condé Nast Samuel Irving (o «S.I.») Newhouse Jr. Tra i pezzi più importanti figurano un collage in bianco e nero di Willem de Kooning del 1947, «Orestes», che Newhouse acquistò da Sotheby’s per 13,2 milioni di dollari nel 2002 e che ora si stima possa superare i 25 milioni di dollari; un «Autoritratto» di Francis Bacon del 1969, che dovrebbe superare i 20 milioni; e «L’Arlésienne» di Pablo Picasso, un ritratto astratto del 1937 della fotografa americana Lee Miller che si prevede possa superare i 20 milioni (le stime esatte sono «disponibili su richiesta», fa sapere Christie’s). [Redazione]

Un Raffaello in un negozio inglese d’antiquariato? Per l’intelligenza artificiale sembrerebbe di sì. Nel 1995 Anthony Ayers, un ebanista di Chicago, ha acquistato una «Madonna con il Bambino, san Giovannino e santa Elisabetta» (la cosiddetta «Madonna Flaget») in un negozio di antiquariato inglese. Col tempo Ayers ha maturato la convinzione che si trattasse di un’opera di Raffaello e ha convinto alcuni suoi amici ad aiutarlo a finanziare le ricerche sul dipinto. Ricerche di cui purtroppo non vedrà mai gli esiti finali: Ayers infatti è morto all’inizio di quest’anno. Oggi custodito in un caveau alla periferia di Chicago, il quadro ha avuto un’esistenza movimentata. Era arrivato al negozio di antiquariato tramite un mercante americano che lo aveva acquistato da un convento del Kentucky, che a sua volta lo aveva ricevuto in donazione nel 1837 dal vescovo di origine francese Joseph Flaget, da cui il dipinto prende il nome. Prima di passare per le mani di Flaget, pare che l’opera si trovasse nelle collezioni vaticane. Ad oggi, sono stati spesi oltre 500mila dollari per assumere specialisti che analizzassero le pitture e i pannelli di legno e, di recente, per collaborare con Art Recognition, un sistema di intelligenza artificiale per l’autenticazione dell’arte elaborato da una società di Zurigo. Il sistema, che ha «imparato» a identificare le pennellate e le variazioni di colore specifiche dell’Urbinate, ha concluso che i volti della Madonna e di Gesù sono attribuibili per il 96% a Raffaello, mentre le figure di Giovanni ed Elisabetta, lo sfondo e il panneggio sono stati probabilmente completati dalla sua bottega. [Redazione]

Slitta di un anno il Festival internazionale della Fotografia di Torino: manca il direttore. La prima edizione si sarebbe dovuta tenere questa primavera, a fine marzo o ad aprile: in realtà, le date non sono mai state rese note. Poi forse qualcosa è andato storto. La manifestazione di interesse per la ricerca del direttore, la figura che avrebbe dovuto dare corpo alla kermesse, è stata lanciata solo a gennaio, due mesi dopo l’annuncio del Festival nel 2023 fatto a metà novembre. [Redazione]

Dalla «Tomba del Re Mida» si capiscono forse i motivi del crollo dell’impero ittita. Uno studio della cosiddetta «Tomba di Re Mida», il sepolcro del sovrano o di un suo parente stretto che si trova presso l’antica città di Gordio, l’attuale Yassihüyük in Turchia, suggerisce che intorno al 1200 a.C. si verificò una piccola era glaciale e contestualmente una forte siccità. Lo si è desunto dall’analisi dendrocronologica del legno utilizzato nella costruzione di questa tomba, analisi portata avanti dalla Cornell University di Ithaca, Ny. Ciò provocò anni consecutivi di carenza di raccolti che, uniti all’instabilità politica e alle minacce esterne, avrebbero portato al crollo dell’impero ittita. Dello studio si dà conto in un articolo-saggio pubblicato sulla rivista scientifica «Nature». [Redazione]

14 musei in Italia cambieranno direttore entro l’anno. La geografia dei vertici territoriali dei beni culturali italiani, in particolare dei musei autonomi, creati in seguito alla riforma voluta dall’ex ministro della Cultura Dario Franceschini, sta per cambiare. Sono infatti ben 14 i musei (o piccoli poli museali) che entro l’anno avranno un nuovo dirigente: alcuni di essi sono di prima fascia e sono nominati direttamente al ministro; altri, di seconda fascia, percepiscono emolumenti inferiori e rispondono al direttore generale dei musei. Tutti comunque sono alla fine del secondo mandato e dovranno lasciare le proprie scrivanie. [Il Fatto quotidiano]

Una nuova sede asiatica per Phillips. La casa d’aste Phillips ha annunciato il 21 febbraio il lancio della sua nuova sede in Asia, situata nel distretto culturale di West Kowloon a Hong Kong. Lo spazio sarà inaugurato con una mostra di opere del XX secolo e di arte contemporanea di diversi artisti, tra cui Yayoi Kusama, Matthew Wong e Loie Hollowell, la maggior parte delle quali sarà messa in vendita nelle aste del 30 e 31 marzo. La mostra in anteprima, che si terrà dal 18 marzo al 5 aprile, comprenderà orologi e gioielli e si sovrapporrà ad Art Basel Hong Kong (23-25 marzo). [Lisa Movius]

Terna ha lanciato il «Premio Driving Energy 2023-Fotografia Contemporanea». È il concorso gratuito aperto a tutti i fotografi in Italia, finalizzato alla promozione dello sviluppo culturale del Paese e dei nuovi talenti del settore. Il premio propone quest’anno il tema «Elogio dell’equilibrio». Fino al 30 giugno, i fotografi sono invitati a interpretare uno dei concetti-chiave della nostra cultura che, per ricchezza di significati e accezioni, può fornire diversi spunti di riflessione artistica e creativa. I lavori finalisti e vincitori saranno esposti a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, in una mostra fotografica aperta gratuitamente al pubblico. Le iscrizioni sono aperte da oggi sul sito del concorso. [Redazione]

Addii
Vito Planeta. Si è spento a 57 anni Vito Planeta, imprenditore e mecenate figlio del barone Gigi Planeta, produttore di vini della omonima cantina siciliana, una delle più note dell’isola. Socio dell’azienda insieme a fratelli e cugini, Vito aveva contributo al suo rilancio con uno sguardo innovativo che coinvolgeva due sue grandi passioni, l’arte e il vino. Aveva concepito il progetto «Viaggio in Sicilia», residenza d’artista itinerante con artisti italiani e internazionali coinvolti in un viaggio alla scoperta della regione facendo tappa in cantine e vigneti dell’azienda di famiglia. Gli autori poi tenevano mostre di loro opere in luoghi talvolta poco accessibili al grande pubblico. Tra le sue creature anche lo Sciaranuova Festival, un appuntamento di «teatro in vigna» che organizzava in estate. [Redazione]

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