Giacometti-Fontana: materie forate e logorate
A Firenze, in Palazzo Vecchio, il dialogo tra i due artisti, proprio quando Fontana è protagonista assoluto al Museo del Novecento

La mostra «Giacometti-Fontana. La ricerca dell’assoluto», a cura di Chiara Gatti e Sergio Risaliti, che Palazzo Vecchio (Sala delle Udienze e Sala dei Gigli) ospita dal 2 marzo al 4 giugno, pone in dialogo in un progetto inedito Alberto Giacometti (1901-66) e Lucio Fontana (1899-1968). Figure apparentemente distanti, ma delle quali Risaliti sottolinea tangenze profonde nella comune ossessione per l’invisibile che è dentro e fuori di noi, nella carne e nel cosmo, nelle cellule e nelle stelle. Un’analoga tensione verso l’assoluto attraverso l’esperienza della materia e dell’immaginazione, in bilico fra la dimensione primordiale del tempo e quella cosmologica dello spazio.
Se Fontana proietta la mente oltre la superficie della tela e cerca di estrarre un bagliore dalla materia oscura, Giacometti cerca l’essenza dell’esserci a partire da uno «stare sulla terra» di matrice heideggeriana, procedendo a una sottrazione di corporeità in figure che sono concentrato di vita e di caducità insieme, negli anni, peraltro, degli scritti di Jean Paul Sartre, della ricerca di un infinito sigillato nei volumi erosi della materia stessa. Materia forata da Fontana e logorata da Giacometti ma sempre permeata da un senso del sacro, dove il principio delle cose è da cercarsi non nella cultura, ma in ciò che vien prima.
Proprio la relazione tra mondo finito e infinito è alla base della selezione di sculture e disegni della mostra «Lucio Fontana. L’origine du monde», che dal 2 marzo al 13 settembre si articola sui due piani del Museo Novecento e analizza la genesi di «Ambienti Spaziali», «Concetti Spaziali» e «Nature»: il titolo scelto rimanda al dipinto scandaloso di Courbet per un’interpretazione archetipica dell’eros come forza generatrice della vita umana e nel cosmo.
Così anche tagli e buchi di Fontana, e le sue rappresentazioni grafiche ci appaiono gesto primario, infantile, pulsione istintuale. Un’esperienza verso il passato dei primordi e verso il futuro dell’Universo, nella sua dimensione incalcolabile. La mostra si avvale del supporto e del prestito di un consistente nucleo di opere della Fondazione Lucio Fontana.