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«Ordinary stick», di Salvatore Zito, tempera su carta intelata, 24 x 18 cm

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«Ordinary stick», di Salvatore Zito, tempera su carta intelata, 24 x 18 cm

Gelato con vista sul mondo

Anna Maria Colombo

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L’artista Salvatore Zito ha creato, a coronamento di un ventennio di attività, dal 1997 al 2017, un volumetto
dal titolo NICE CREAM, dove sono riunite centocinquantuno opere realizzate variando un unico
soggetto: il gelato con bastoncino, anche detto pinguino o in modo meno retrò stick.
Nel volume, il cui aspetto è di un libro d’artista tirato in un numero limitato di copie e con finezze come quella di raccogliere i giudizi critici in forma di ritagli di giornali riposti in una busta allegata al libro stesso, l’ordine seguito è quello tematico perché gli stick di Zito sono sempre anche qualcosa d’altro.
Come la gran parte delle tredici serie in cui è suddiviso il libro, Stick floreali presenta sia sculture policrome sia dipinti a tempera su carta intelata. Nelle sculture lo stick, intagliato nel legno in forma e dimensioni reali e poi dipinto a olio e smalto, mostra una superficie candida sulla quale si dispongono boccioli di rosa originati da uno stelo che è il bastoncino stesso del gelato, irto di spine
vere, ossia tridimensionali. La condizione di gelo, come la delicatezza delle fioriture, è preservata
da una campana di vetro, lo stesso tipo di custodia trasparente usata un tempo per proteggere dalla
polvere e dal contatto le statuette sacre nelle sacrestie. Invece in alcune tempere, lo stick fattosi
trasparente ferma nel ghiaccio lo sbocciare o lo sfiorire di una sola rosa.
La serie I love stick comprende opere nelle quali la scultura-gelato si riveste di scorci di piazze,
palazzi e monumenti di Torino e altre città care all’artista, realizzati con la perizia di un pittore di
vedute classico. Sono souvenir raffinati e a loro modo tradizionali, fra i quali tuttavia troverebbe di
che essere soddisfatto anche un turista dal gusto più eccentrico. Ad esempio scegliendo quello stick
che nello sviluppare una testa taurina e nel tingersi di verde ricalca le tipiche fontanelle torinesi.
Mentre la prima serie induce a una riflessione sulla bellezza e sul tempo, in questa seconda
s’intravede, pur nel garbo della sua realizzazione, il tema attuale del consumo dei luoghi.
Christmas stick si compone di soli dipinti a tempera e oro in ciascuno dei quali la sagoma del
gelato, variamente decorata, assume la foggia di un addobbo natalizio in vetro soffiato degli anni
Cinquanta, provvisto alla sommità di un anellino per sospenderlo all’abete. Oppure è lo stick a trasformarsi in alberello così d’accogliere, fra gli aghi, una coppia di quei fragili uccellini con pinze a molla come zampette e la polverina dorata sul piumaggio. Nell’insieme questa serie ha il suono dell’infanzia: è colorata e un po’ ingenua come una canzoncina di Natale.
Di tutt’alto altro segno sono gli Stick vegetali e gli Ordinary stick. Qui è la contraddizione e a volte
l’amara ironia a governare. Gli stick ibridandosi con vegetali spinosi come i carciofi e i cactus,
oppure con oggetti comuni quali forchette, spazzole, grattugie, lampadine, divengono inconsumabili
o addirittura abrasivi e contundenti con la loro superficie metallica corrugata e i loro profili seghettati.
E su questa strada si giunge agli Holocaustick, tempere su carta in cui il bastoncino di legno regge recinti di filo spinato e ordigni nucleari.

«Ordinary stick», di Salvatore Zito, tempera su carta intelata, 24 x 18 cm

Anna Maria Colombo, 26 ottobre 2017 | © Riproduzione riservata

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