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Fumagalli diventa milanese

Michela Moro

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La Galleria Fumagalli è stata attiva a Bergamo dal 1971, ma da maggio si trasferirà a Milano. Ubicata nella corte interna di un palazzo nei pressi di via Turati, mira a diventare uno dei punti di riferimento e d’incontro dell’arte contemporanea nel panorama milanese. Diretta dal 2007 da Annamaria Maggi, la Galleria segue da sempre un programma storico sull’Arte informale, l’Arte povera e l’Astrattismo. Rappresenta alcuni noti artisti del XX secolo, volgendo anche uno sguardo alle generazioni più giovani. Tra i suoi artisti vi sono Carla Accardi, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Jim Dine, Chiara Dynys, Piero Gilardi, Jannis Kounellis, Jason Martin, Maurizio Nannucci, Kenneth Noland, Giò Pomodoro, Mimmo Rotella, Mauro Staccioli e Gilberto Zorio.

L’avventura milanese viene inaugurata con una collettiva con Enrico Castellani, Robert Mangold, Robert Morris e Kenneth Noland, aperta dal 26 maggio al 10 settembre e curata da Hayden Dunbar, specializzato nello studio dell’Arte minimal degli anni ’60 e ’70.

Considerato uno dei più iconici minimalisti americani, Robert Morris è un grande innovatore per l’uso dei materiali e della performance e ha sensibilmente contribuito all’idea dell’installazione contemporanea come opera racchiusa in uno spazio dotata di molteplici elementi fisici, materici e performativi.

Enrico Castellani è un simbolo dell’arte italiana contemporanea nel mondo. I suoi lavori minimali dagli anni Sessanta a oggi sono caratterizzati dalla costante e analitica ricerca sulla luce, la monocromia e la ripetizione dei pieni e dei vuoti data dalle ritmiche estroflessioni sulla tela.

Il percorso comprende inoltre lavori di grandi dimensioni di Kenneth Noland, artista americano scomparso nel 2010 che rappresenta al meglio e nei più importanti musei del mondo l’astrattismo made in Usa.

A chiudere il quartetto è infine un altro americano, Robert Mangold, nato nel 1937. Mangold traduce i fondamentali elementi formali, come la linea e il colore, in dipinti, stampe e disegni ove attraverso la semplicità delle forme esprime idee complesse. Nei suoi lavori, la superficie di ogni tela è disegnata a mano e le linee di grafite variano con modulazioni sottili di colore.

Michela Moro, 11 aprile 2016 | © Riproduzione riservata

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