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Fuga di cervelli: dopo Rotter e Norman, anche Wyndham

Melanie Gerlis

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Henry Wyndham, il gentiluomo carismatico presidente di Sotheby’s Europa, è l’ultimo in un crescente elenco di alti dirigenti che hanno deciso di lasciare la casa d’aste. Wyndham, esperto di pittura antica, è uno dei più celebri banditori d’arte del mondo: l’esordio sul podio risale al 1977, quando era da Christie’s. 

Nel 2010 fu l’artefice della vendita da Sotheby’s di «L’homme qui marche I» di Giacometti (1961), venduto a un’aggiudicazione finale di 65 milioni di sterline diritti compresi dopo otto minuti di offerte da lui raccolte che rappresentò, all’epoca, l’opera d’arte più costosa di sempre all’asta (con la cifra espressa in dollari, 104,3 milioni). L’acquirente dell’opera, come si seppe successivamente, era la collezionista e mecenate Lily Safra.

Wyndham, entrato in Sotheby’s 22 anni fa, dice di aver pensato a una sospensione dal lavoro per «almeno un anno», ma la sua decisione giunge ora in tempi difficili per l’azienda. La lista di esperti molto conosciuti che hanno recentemente dichiarato di voler lasciare Sotheby’s comprende Melanie Clore, co-presidente per l’arte impressionista e moderna; Alex Rotter, condirettore del dipartimento di arte contemporanea e David Norman, vicepresidente di Sotheby’s Americhe e suo altro copresidente per l’arte impressionista e moderna. In gennaio, Sotheby’s ha annunciato l’acquisto della società di consulenze artistiche Art Agency, Partners (Aap) con un accordo del valore di 85 milioni di dollari, una mossa rischiosa che ha diviso le opinioni.

Il 26 febbraio Sotheby’s ha reso noti i suoi dati finanziari per il 2015 che mostravano un calo dei profitti del 63%, da 117,8 a 43,7 milioni di dollari, in parte tenendo in conto i costi di un programma di esuberi che la società aveva annunciato in novembre. Tad Smith, direttore generale dal marzo del 2015, ha anche avanzato una pacata previsione. «Ci aspettiamo una significativa perdita netta per il primo trimestre 2016», ha detto agli analisti in una conferenza lo stesso giorno. Wyndham non ha rivelato che cosa farà successivamente, oltre a prendersi una pausa di sei mesi per «riposarmi e viaggiare».

Melanie Gerlis, 10 aprile 2016 | © Riproduzione riservata

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