«A Sudden Gust of Wind (after Hokusai)», di Jeff Wall (particolare). Londra, Tate

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«A Sudden Gust of Wind (after Hokusai)», di Jeff Wall (particolare). Londra, Tate

Fotografia e pittura: un dialogo sempre proficuo

Nella mostra «Capturing the Moment» alla Tate Modern una selezione di dipinti dalla collezione dell’imprenditore e filantropo taiwanese Pierre Chen

La mostra «Capturing the Moment» alla Tate Modern, aperta fino al 28 gennaio 2024, si propone di analizzare il rapporto tra pittura e fotografia nella capacità di «catturare il momento». In realtà, è l’occasione di vedere una selezione di dipinti dalla collezione dell’imprenditore e filantropo taiwanese Pierre Chen che nel 1999 ha creato la Fondazione Yageo, che con l’istituzione londinese ha realizzato questa esposizione.

Tra i capolavori in mostra, «Portrait of an Artist» (Pool with Two Figures) di David Hockney, una delle immagini più amate e conosciute dell’arte contemporanea: fece scalpore nel novembre del 2018 quando vendette alla Christie’s di New York per oltre 90 milioni di dollari. Lo stesso Hockney racconta la genesi del dipinto, quando trovando due fotografie casualmente affiancate sul pavimento del suo studio nel 1971 (un uomo che nuotava sott’acqua e un ragazzo che guardava a terra) rimase affascinatissimo dal contrasto tra la figura nitida e quella distorta dall’acqua.

Un forte legame unisce da sempre pittura e fotografia dal fatidico 19 agosto 1839, giorno in cui le invenzioni di Louis-Jacques Daguerre vennero rese pubbliche: talvolta in competizione, spesso si trovano in un rapporto di dipendenza l’una dall’altra. Di certo la fotografia ha forzato gli artisti a guardare al mondo in maniera diversa: il loro lavoro di documentazione è divenuto meno pressante e hanno certamente guadagnato (come ben riconobbe Picasso) un’enorme libertà, che è quella che ci ha consegnato l’arte contemporanea di oggi.

Nel 1960 Andy Warhol, che non passava giorno senza fotografare, incontrò Robert Rauschenberg: insieme contribuirono a rendere la fotografia un’autonoma forma d’arte, che poteva esistere con o senza la pittura, anche se in realtà entrambe non si sono mai ignorate a vicenda. Rauschenberg stesso, che da giovane era in dubbio se divenire fotografo o pittore, arriverà con la serie «Arcadian Retrait» del 1996 ad affrescare con immagini fotografiche. Per non parlare di un altro gigante dei nostri due secoli, Gerard Richter, che ancora oscilla tra i due medium, non privilegiando nessuno dei due, anzi passando dalle fotografie sovraverniciate, di cui se ne conoscono più di duemila, alle foto-pitture, di cui memorabili sono le candele, con sconfinata naturalezza.

La mostra, che vede sfilare capolavori di grandi interpreti dell’arte moderna e contemporanea, da Picasso ad Andreas Gursky, da Hiroshi Sugimoto a Paula Rego, da Lucian Freud a Thomas Struth, vuole raccontare un dialogo aperto tra «pennello e obiettivo»; manca tuttavia di un confronto critico finale che giustifichi la selezione delle opere, di per sé straordinarie.

«A Sudden Gust of Wind (after Hokusai)», di Jeff Wall (particolare). Londra, Tate

Sandra Romito, 18 agosto 2023 | © Riproduzione riservata

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Fotografia e pittura: un dialogo sempre proficuo | Sandra Romito

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