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Walter Guadagnini
Leggi i suoi articoliNato a Dalat in Vietnam nel 1945, attivo tra gli Stati Uniti e l’Europa nel corso degli anni Settanta e Ottanta, erede della grande tradizione dei Doisneau e dei Boubat, ma anche vicino allo spirito del cinema della Nouvelle Vague, celebre per il suo ormai storico «Voyage au Mexico», Bernard Plossu intrattiene da anni un rapporto privilegiato con l’Italia, Paese nel quale ha esposto più volte e al quale ha dedicato numerosi lavori. Questa sua intensa passione trova oggi una bella celebrazione nella mostra «L’Italie de Bernard Plossu», interamente dedicata a questo tema,che si apre il 4 febbraio alla Maison Européenne de la Photographie.
Frequentata e fotografata da Plossu a partire dagli anni Settanta e con maggiore frequenza dagli Ottanta, l’Italia che esce dal suo sguardo è fatta di dettagli all’apparenza trascurabili, di visioni colte al volo in una sorta di diario per immagini, che non rinuncia però a confrontarsi anche con i luoghi canonici della storia, dell’arte e dell’immaginario italiano. Non potrebbe d’altra parte essere altrimenti, se si considera che tra i suoi modelli Plossu ha sempre individuato la pittura italiana da Piero della Francesca alle poetiche degli anni Trenta, e in particolare l’area della Scuola Romana, nella sua accezione più vicina al realismo magico, insieme agli amati Dino Risi o Andrea Camilleri. Inoltre, una frequentazione costante con i protagonisti della nostra fotografia passata e recente ha permesso all’artista di conoscere anche luoghi e vedute meno scontati di quanto abitualmente accade agli ospiti del Belpaese, come dimostrano le vedute riprese in Piemonte, quelle nei dintorni del Lago di Garda e soprattutto gli scatti delle amatissime isole, battute per lungo tempo con qualsiasi condizione atmosferica, a piedi, come sempre ama fare l’artista.
Un racconto e un’immagine sorprendenti, che confermano l’originalità della posizione di Plossu, la continuità della sua vena e anche, ce ne fosse bisogno, la pressoché inesauribile ricchezza delle immagini che l’Italia è in grado di far nascere (nella foto, «Castel del Monte», 2003). Nello stesso museo, in contemporanea, altre interessanti mostre come quella di Eric Rondepierre e di Grégoire Korganow. Tutte fino al 5 aprile.
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