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Filippo Maria Gambari, direttore pro tempore del Parco Archeologico di Ercolano

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Filippo Maria Gambari, direttore pro tempore del Parco Archeologico di Ercolano

Filippo Maria Gambari direttore ad interim del Parco archeologico di Ercolano

Carlo Avvisati

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Ercolano (Napoli). Filippo Maria Gambari, archeologo, sessantadue anni, attuale direttore responsabile del Segretariato regionale del Mibactper la Sardegna, dal 2 settembre e per quattro mesi è anche il direttore pro tempore del Parco archeologico ercolanese ovvero fino a quando fra i partecipanti al bando internazionale per la direzione il ministro Franceschini non nominerà un nuovo responsabile.
Il Parco Archeologico di Ercolano è infatti uno dei nove «Luoghi della cultura» che dal gennaio 2017 avranno autonomia dalle vecchie soprintendenze e a dirigerli sarà un supermanager scelto tra quanti entro il 20 luglio scorso hanno proposto la propria candidatura. I partecipanti a quel bando sono stati 390 di cui 26 sono candidati stranieri o con doppia cittadinanza. In prevalenza risultano le candidature femminili con 201 proposte contro le 189 maschili.

L’area archeologica di Ercolano, dunque, dopo quasi trecento anni, si stacca dalla gemella Pompei.  «Il Mibact mi ha dato questo incarico, sottolinea Gambari, con l’obiettivo di favorire la costruzione dei presupposti amministrativi di costituzione dell’ufficio, come la contabilità autonoma, i collegamenti alla contabilità dello Stato e quanto potrà essere utile a chi assumerà l’incarico dopo di me. Adesso ho un ruolo di basso profilo, sia per il tempo che potrò dedicare al parco, visto che sono anche responsabile della Sardegna, sia per le caratteristiche dell’incarico».  

L’archeologo dovrà gestire al meglio l’iter burocratico che accompagnerà la nascita del parco che dovrà avere un revisore dei conti e un suo autonomo Consiglio di amministrazione. «Questo vuol dire che mentre al direttore che verrà toccherà dettare la linea di sviluppo futura del Parco, a me toccherà strutturagli un ufficio  e metterlo in grado di funzionare al meglio senza che chi arriverà venga da subito seppellito dalle carte e dagli adempimenti burocratici che gli ingesserebbero l’operatività per diversi mesi, sottolinea Gambari. Ho visto quanto fatto con il progetto Packard. La città è ritornata a essere un vero e proprio gioiello. Già la conoscevo per avervi fatto studi e ricerche, sin da studente. E merita ogni attenzione. Per questo, nessuno dovrà più considerarla come  la sorella “povera” di Pompei. Ecco, questo credo che sia necessario sottolineare: la futura nuova gestione di Ercolano non nasce su ceneri o fragilità ma trova alla sua base un grandissimo lavoro a cui è necessario assicurare continuità».

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