Fauna aristocratica

Uno zoo privato di animali d’artista alla Galleria del Laocoonte

Cipriano Efisio Oppo, «Elefante e struzzo»
Francesca Romana Morelli |

Il 13 marzo 1928 la «Tribuna» annuncia ai lettori l’arrivo di una famiglia di oranghi nel Giardino zoologico della capitale. In quegli anni lo zoo era una potente leva sull’immaginario degli artisti, da Scipione a Capogrossi, da Ziveri a Fazzini, da Oppo a Sartorio che così potevano sognare mondi esotici. Se nel 1930 al Giardino zoologico si tenne la mostra «L’animale nell’Arte» includendo tra gli altri Donghi, Pasquarosa, Campigli e i futuristi, ora nella Galleria del Laocoonte Monica Cardarelli e Marco Fabio Apolloni propongono «Laocoon zoo», dal 16 al 26 nella sede di Roma con la possibilità anche di una visita virtuale e dal 2 al 16 luglio nello spazio di Londra in Ryder Street, per la London Art Week, ma destinata a proseguire.

Una scelta distillata, fatta nel tempo, con soggetti inaspettati e formidabili di autori importanti trattati dai due galleristi: «Una sorta di zoo privato di animali che ci hanno intenerito o commosso, che hanno destato la nostra ammirazione o la nostra curiosità, che ci hanno incantato per la loro bellezza ma anche fatto ridere per la loro irresistibile comicità, commentano con un pizzico di ironia.

Per esempio, vissuto a lungo nella terra primordiale delle Paludi Pontine, sempre socialmente impegnato, Duilio Cambellotti ha intagliato nel legno “Il bufalo”, “Il toro” e “La vacca“, giocattoli creati nei laboratori per la rieducazione dei mutilati di guerra. Di mano di Pericle Fazzini è un “Gatto” soriano in bronzo, donato con tanto di dedica all’amico poeta Ungaretti (1953): l’originale si chiamava Bobosse, adorava fare a pezzi le carte del poeta e giocare a rimpiattino con il suo alter ego di bronzo. Il passo innaturale del felino è una sregolatezza poetica volta a suggerire un’idea di movimento».

Tra gli altri autori di una fauna singolare e aristocratica ci sono Marino Marini, Leoncillo, Eugene Berman, Antonietta Raphaël, Cipriano Efisio Oppo, Renzo Vespignani, Fabrizio Clerici e lo scultore contemporaneo Patrick Alò.

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