Dall’1 luglio al 31 marzo 2021 l’Alte Nationalgalerie di Berlino dedica un’importante mostra dedicata a una particolare, e poco studiata, declinazione geografica del Simbolismo, quella belga, per alcuni versi differente, per altri addirittura ispiratrice della più nota francese.
Il titolo stesso, «Decadenza e sogni oscuri. Il Simbolismo belga», ne anticipa sfumature, afflati e istinti. A differenza dell’Impressionismo fiorito nel Paese con caratteristiche specifiche riconosciute e approfonditamente ricercate dagli studiosi, il suo cugino simbolista non ha ancora ottenuto l’attenzione che meriterebbe; eppure il Simbolismo belga ha delle specificità, morbose e decadenti, mistiche e lussuriose, esoteriche e tendenti all’assurdo, persino demoniache, come riflesso di alcune prime espressioni nella letteratura contemporanea (1900) e in un mondo dell’arte che fece da ponte tra le tensioni francesi e quelle dell’Inghilterra lungo l’asse Parigi-Bruxelles-Londra.
Vengono presentate tutte le figure chiave del movimento belga, dal pittore Antoine Joseph Wiertz (1806-65) allo scultore George Minne (1866-1941), passando per il grande maestro James Ensor (1860-1949) e colleghi, come Charles van der Stappen, Fernand Khnopff, Félicien Rops, Jean Delville con Léon Spilliaert, Xavier Mellery e Georges Lebrun. La mostra è stata allestita con l’aiuto e i prestiti dei Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles.
Articoli precedenti
60 dipinti e 50 disegni allestiti alla Alte Nationalgalerie per la più importante mostra nell’anniversario della nascita del massimo pittore romantico tedesco
Le nuove generazioni di fotografi originari del centro America puntano l’obiettivo sul «qui ed ora»
Fotografia e video per raccontare il movimento che indaga le connessioni esistenti tra il sessismo, la discriminazione degli animali e l’abuso delle risorse naturali
L’artista statunitense fu la prima a unire arte e attivismo ecologico