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Facce da Apple ed emoticHong

Federico Florian

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«Blow Up», il celeberrimo film di Michelangelo Antonioni, racconta la storia di Thomas, uno scontroso e brillante fotografo londinese che s’illude di scoprire il cadavere di un uomo ingrandendo il dettaglio di una foto scattata per caso in un parco. Thomas crede nella verità dell’immagine fotografica, come se fosse un’emanazione della realtà, la prova inconfutabile di un brutale assassinio. Oggi la sua ingenuità ci fa sorridere: più che traccia di ciò che «è stato» (come sosteneva Barthes), la fotografia, per noi internauti digitalizzati, è un’immagine artefatta, il prodotto di un codice binario e di una fitta composizione di pixel. Se la rivoluzione digitale ci ha reso degli osservatori scettici, allo stesso tempo ha contribuito a liberarci dall’ossessione per la rappresentazione realistica. Massimo Grimaldi, l’artista vincitore della prima edizione del Premio MaXXI, ha realizzato per la piattaforma online di 63rd-77th STEPS, lo spazio espositivo barese diretto da Fabio Santacroce, una serie di ritratti fotografici «de-figurativi» (http://www.63rd77thsteps.com/MassimoGrimaldi-63rd77thSTEPS-portraits.html). Si tratta di immagini rielaborate e deformate su un iPad attraverso una moltitudine di applicazioni: pure superfici grafiche, reticoli di forme e colori simili a spettri cibernetici (nella foto, «63rd-77th STEPS Portrait 06»). «Ogni singolo ritratto nasce da una specie di viaggio digitale all’interno dei device Apple, pensati come inediti white cube portatili, in cui si inscena la retorica della rappresentazione», afferma l’artista. Le fotografie di partenza ritraevano i volti di immigrati senegalesi e afghani, ovvero gli abitanti della palazzina di 63rd-77th STEPS: Grimaldi riflette sul tema caldo dell’immigrazione, dell’accettazione dello straniero e del suo adattamento nel tessuto sociale.

Specialista del ritratto fotografico (quello realistico, però) è Cindy Sherman. La designer coreana Hyo Hong ha creato venti emoticon ispirati ai noti autoritratti dell’artista americana, scaricabili direttamente da una pagina Tumblr (http://cindysherman-icon.tumblr.com/). «A volte in un sms abbiamo bisogno di comunicare un messaggio più sottile rispetto a quello veicolato da un emoticon», dichiara Hyo Hong, angustiata dalle carenze comunicative delle «faccine» tradizionali. Una cosa è certa: d’ora in poi i nostri WhatsApp saranno un vero spasso.

Federico Florian, 04 maggio 2015 | © Riproduzione riservata

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