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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliGià esposte all’Antiquarium forense, ma chiuse ormai da tempo immemorabile in casse, le sculture rinvenute nel Lacus Iuturnae, la fonte di Giuturna, la più importante sorgente della città antica, riemergono dal 19 febbraio al 20 settembre nel Tempio di Romolo, in un’attenta ricomposizione curata dall’ex soprintendente Adriano La Regina
La ricostruzione del contesto, scavato nel 1900, recupera sette pezzi d’eccezione, con una datazione indicata da Filippo Coarelli tra la fine del II secolo a.C. e gli inizi del I, confermata anche dalle importanti indagini condotte dall’Istituto Finlandese di Roma negli anni Ottanta. La fonte, utilizzata fin dall’epoca arcaica e dedicata alla ninfa Giuturna, è collegata alla leggenda dei Dioscuri, figli di Giove e Leda, che proprio qui sarebbero apparsi annunciando ai Romani la vittoria contro i Latini al lago Regillo (inizi V secolo a.C.).
E proprio le loro sculture e quelle dei loro cavalli furono rinvenute in pezzi nella vasca, probabilmente collocate in origine in piedi sul piedistallo centrale, con i cavalli che si abbeveravano alla fonte. Insieme a loro vengono esposti anche gli originali dell’ara che ritrae Giuturna e Turno (età severiana) e il puteale in marmo con doppia iscrizione e il nome dell’edile curule Marco Barbazio Pollione (augusteo), oltre a una statua di Apollo.
Dopo le tante novità in occasione del bimillenario di Augusto, la Soprintendenza archeologica più grande d’Italia dedica il 2015 al Foro romano, a partire proprio dalle pendici del Palatino, con la fonte di Giuturna posta tra la Casa delle Vestali e il Tempio dei Castori nuovamente raggiungibile e, a ottobre, l’epocale riapertura di Santa Maria Antiqua. La fonte, nella foto, comprende un bacino quadrato d’età augustea (circa 1 metro sopra quello originario repubblicano) di circa 5 metri per lato, rivestito di lastre di marmo bianco con piedistallo centrale, un pozzo, un’edicola sacra d’età traianea e alcuni ambienti forse riferibili alla «statio aquarum», l’ufficio degli acquedotti di Roma antica.
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