Erano tutte bionde le donne del Trecento?

Gloria Fossi è autrice di un volume singolare incentrato su opere, o dettagli di esse, che tutt’oggi restano avvolte di mistero

Bronzino, Ritratto di Lucrezia Panciatichi (1541 circa), particolare. Firenze, Gallerie degli Uffizi. Galleria delle Statue e delle Pitture.
Carlotta Venegoni |

Gloria Fossi è autrice di un volume singolare incentrato su opere, o dettagli di esse, che tutt’oggi restano avvolte di mistero. Studiandole l’autrice si pone domande, esprime dubbi, cerca risposte attraverso storie di viaggi e di correlazioni tra eventi e personaggi. Con disinvoltura, metodi da investigatore e taglio da storyteller, la studiosa accompagna il lettore in questo percorso alla scoperta delle origini degli oggetti esaminati e dei loro artefici.

I capitoli sono arricchiti di digressioni legate a particolari temi trattati. Ecco che compaiono curiosità sui lapislazzuli o sui «profili perduti». Altri capitoli racchiudono le Carambole, frammenti di storia riassemblati, incalzanti reazioni a catena che sfociano in altre domande. Perché ad esempio lo scultore Henry Moore è legato alla Mesopotamia?

Il volume ripercorre migliaia di anni attraverso gli enigmi nascosti nelle opere d’arte: tra questi vi è il più arcano volto del mondo, una testa femminile a tutto tondo, e la più antica opera d’arte che si conosca, un uomo leone di oltre tremila anni fa. Altre opere conducono a regni arcaici, come quello di Mari, tra il Tigri e l’Eufrate.In esame i massi di Stonehenge, il mito della Grande Sfinge, o ancora la gotica donna dallo sguardo glaciale Uta di Ballenstedt che ispirò Walt Disney per i tratti della perfida Grimilde.

L’autrice si concentra su alcuni dettagli curiosi e, talvolta, inspiegabili. Che cosa ci fanno dei fossili nella «Madonna Ognissanti» di Giotto o l’eclissi di sole negli affreschi dell’Orcagna? A che cosa servivano i vetri affumicati che Taddeo Gaddi raffigura in mano agli angeli mentre osservano il Padre Eterno? Decine di altri oggetti e particolari incuriosiscono e nascondono inediti rimandi e confronti. Si pensi al meteorite raffigurato da Dürer o al volto di un macaco, al posto di quello di un soldato, in un’opera di Rosso Fiorentino.

Come si decodificano i fiori di Botticelli e le ghirlande del Ghirlandaio? Qual è la vera storia del rinoceronte Clara e delle sue raffigurazioni? Come si interpreta il cielo madreperlaceo dell’«Urlo» di Munch? A quale tragica partita a tennis allude un grandioso dipinto del Tiepolo con racchette, palline, e perfino un campo da gioco? Erano davvero tutte bionde le donne del Trecento? Ricerche e viaggi nei musei di tutto il mondo divengono lo strumento della Fossi per proporre una lettura risolutiva a questi rebus, nel tentativo di non lasciare alcunché di inspiegato.

Chi legge rimarrà coinvolto e senz’altro divertito da questo metodo insolito per relazionarsi all’arte. E che lo storico dell’arte sia un po’ come un detective si sa: l’analisi attenta ai dettagli, mai casuali nelle opere, rimane l’unico corretto metodo per scandagliare il significato dell’opera stessa.

L’oggetto misterioso,
di Gloria Fossi, 223 pp., ill. col e b/n, Giunti, Firenze 2021, € 29

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