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Tina Lepri
Leggi i suoi articoliÈ morto a Napoli dove era nato nel 1929 Giuseppe Galasso, una delle figure più autorevoli della cultura partenopea e del mondo laico democratico. Storico di fama europea, giornalista, professore universitario, docente di storia moderna all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, è noto ai più soprattutto per la legge che reca il suo nome approvata nel 1985 dopo aspre battaglie politiche da lui condotte in prima persona, quando era sottosegretario ai Beni culturali.
La legge Galasso n. 431 dell’8 agosto 1985 introduce una serie di tutele sui beni paesaggistici e ambientali del nostro Paese ed è la prima normativa organica per la tutela dei beni naturalistici ed ambientali. Le Regioni vengono obbligate alla redazione di un piano paesaggistico (solo quattro lo hanno finora fatto in Italia) che tuteli il territorio e le sue bellezze. Totale inedificabilità in aree alpine sopra i 1.600 metri e in aree appenniniche oltre i 1.200 metri: così la legge, in realtà più volte disattesa fino a mettere a rischio intere zone del Paese travolte dall’abusivismo. La quasi totale manipolazione della legge Galasso, che permetteva le costruzioni solo a distanza di 300 metri dal mare e dai laghi e a 150 metri da fiumi e torrenti, vietandole anche nelle aree di interesse archeologiche, è stata una delle cause dei tanti e continui dissesti idrogeologici del Paese. Compromesso da costruzioni abusive non solo in aree archeologiche e in parchi vincolati, ma proprio sulla riva delle nostre coste che Galasso ha voluto salvare con una battaglia durata una vita.
Lo ricordiamo con un lunga intervista del 2008 rilasciata a Edek Osser:
Il paesaggio si può ancora salvare: ora o mai più
Il testo della legge Galasso (n. 431 dell'8 agosto 1985)

Giuseppe Galasso
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