Ha il sapore di un’avventura dal finale ancora aperto quanto rievoca il Museo Pontificio Santa Casa di Loreto con la mostra «La Madonna di Loreto di Raffaello. Storia avventurosa e successo di un’opera», in calendario dal 14 luglio al 18 ottobre dopo i rinvii per la pandemia. Con versioni cinquecentesche dell’originale (come quella da Urbania di Raffaellino del Colle), narrazioni virtuali e interattive, Fabrizio Biferali, del Reparto per l’Arte dei secoli XV-XVI dei Musei Vaticani, e il direttore scientifico dell’istituto lauretano Vito Punzi riepilogano la vastissima fama, anche di popolo, goduta fin dal Cinquecento dalla «Madonna del Velo» o «Madonna di Loreto» di Raffaello, tanto da avere oltre cento copie.
I due studiosi ricostruiscono puntualmente anche quanto accaduto a una pregevole replica della bottega del Sanzio: donata al santuario lauretano nel 1717, nel 1797 arrivò a Roma nel palazzo del duca Luigi Braschi Onesti; nel 1798 i francesi la confiscarono e nel 1801 era a Parigi; nel 1820 il dipinto fu trasferito nella Chiesa di Saint-Michel a Morangis dove l’ultima notizia che lo riguarda è del 1890. L’originale di Raffaello è al Musée Condé di Chantilly.
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