Oggetti della Collezione Alinari. © Fondazione Alinari per la Fotografia

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Oggetti della Collezione Alinari. © Fondazione Alinari per la Fotografia

Due convegni «fotografici» dedicati alla conservazione

Svoltisi a Torino e a Firenze, uno si soffermava sulla costruzione e decostruzione dell’oggetto fotografico, l’altro sulla fotografia come pezzo unico

Firenze e Torino

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Guardando la scarsa presenza di opere fotografiche all’interno delle ultime fiere dedicate all’arte contemporanea in Italia, si potrebbe erroneamente pensare che la stagione d’oro di questo linguaggio si stia avviando a conclusione. A sostenere la tesi opposta ci sono però le numerose mostre fotografiche nelle programmazioni di buona parte dei musei italiani e, soprattutto, il tentativo emerso a diverse latitudini di strutturare un discorso scientifico sulla fotografia come oggetto da valorizzare e conservare, anche nelle sue forme digitali.

A Torino, durante l’edizione online di «Linee di Energia», convegno organizzato da Intesa Sanpaolo, dal Centro di Conservazione e Restauro «La Venaria Reale» e dal Gruppo Italiano dell’International Institute for Conservation (Igiic) tenutosi il 26 novembre scorso nella cornice degli eventi di Artissima, è stato presentato l’avvio di un nuovo triennio di riflessioni che ruota attorno a questo argomento.

Al convegno, intitolato «Energia dell’immagine. Costruzione e decostruzione dell’oggetto fotografico», hanno partecipato Quentin Bajac, direttore del Jeu de Paume di Parigi, in dialogo con Walter Guadagnini, direttore di Camera-Centro Italiano per la Fotografia di Torino, e l’artista Mario Cresci in dialogo con lo storico dell’arte contemporanea Francesco Tedeschi. In quest’occasione sono state anche annunciate le linee guida per il prossimo triennio, e presentato il comitato scientifico che ne seguirà i lavori.

Così come già avvenuto con le prime tre edizioni del convegno, realizzate a partire dal 2017 coinvolgendo artisti, storici dell’arte, conservatori museali e restauratori, chiamati a interrogarsi sulla questione della «produzione, conservazione e trasmissione dell’arte italiana del ’900», l’intenzione dei promotori dell’iniziativa è quella di affrontare l’argomento dai differenti punti di vista. Gli argomenti trattati spazieranno dalla conservazione della fotografia come oggetto d’arte nel 2022, all’immagine in movimento per il 2023, fino ad arrivare alle opere d’arte prodotte digitalmente nel 2024.

Se emerge in questo caso l’interesse per un prodotto visivo sempre più smaterializzato, il seminario internazionale organizzato per il 13 e il 14 dicembre da Faf Toscana (Fondazione Alinari per la Fotografia in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze), si concentrava sulla fotografia come pezzo unico.

Intitolato «Unicum. La fotografia nell’era della sua non-riproducibilità tecnica» e realizzato grazie al bando Strategia Fotografia 2020 e al supporto di Fondazione CR di Firenze, il seminario mirava a individuare e promuovere nuove strategie di conservazione, restauro, catalogazione, digitalizzazione e valorizzazione di «oggetti unici», a partire dal lavoro svolto proprio sugli archivi della Fondazione Alinari.

Hanno partecipato all’incontro alcuni degli esperti della squadra guidata da Emanuela Sesti, che nel corso dell’ultimo anno si sono occupati dell’importante fondo toscano, fra cui Martin Jürgens, restauratore conservatore del Rijksmuseum di Amsterdam, e Rachel Wetzel, restauratrice della Library of Congress di Washington.
 

Oggetti della Collezione Alinari. © Fondazione Alinari per la Fotografia

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Firenze e Torino, 04 gennaio 2022 | © Riproduzione riservata

Due convegni «fotografici» dedicati alla conservazione | Firenze e Torino

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