Documenta 14: nessuno sia straniero
Il «prequel» di Kassel è ad Atene con un programma fortemente politico

Atene. Hanno accolto la stampa con il suono, il coro Epycicle del compositore greco Jani Christou, al buio. Sul palco del Megaron Concert Hall, il direttore Adam Szymczyk, il nutrito team curatoriale (18 professionisti), gli artisti invitati a prendere parte del doppio appuntamento Atene-Kassel per questa documenta 14 (dall'8 aprile al 16 luglio ad Atene, dal 10 giugno al 17 settembre a Kassel).
Un solo messaggio: disimpariamo, cogliendo l’insegnamento di Socrate (da qui quell'«impariamo da Atene», dalla filosofia greca) partiamo dalla nostra condizione di «docta ignorantia» e cerchiamo domande, cambi di prospettiva, nuovi apporti. E da questa condizione incominciamo a riflettere sullo stato della democrazia oggi.
La cornice è quindi, come già la dislocazione di una parte della rassegna nel Sud Europa aveva chiaramente indicato, politica. Si sviluppa, oltre che nell’apparato espositivo, in
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)



































