Per la seconda volta, a distanza di due anni, la Basilica Palladiana accogliere la mostra «Flow. Arte contemporanea italiana e cinese in dialogo», un’iniziativa che ha la sua genesi nella prima Biennale Internazionale dello Xinjiang, nel giugno del 2014, curata da Peng Feng, che invitò, per un confronto, alcuni artisti italiani selezionati dalla vicentina Maria Yvonne Pugliesi. Gli stessi curatori di questa edizione, in programma fino al 7 maggio e che riunisce 29 opere di 25 artisti, all’insegna della priorità dell’oggetto rispetto alla sua interpretazione.
Gli artisti sono invitati a presentare la loro opera in un breve filmato. Le tecniche rappresentate sono le più varie: dalla parodia della Pop art di Bertozzi&Casoni alla città artificiale di Piero Girardi; dalle performance sonore di Giovanni Morbin e di Roberto Pugliese, passando per l’installazione di Cristina Treppo, il video di Eva Marisaldi, la passeggiata colorata di Francesco Candeloro e le esplosioni luminose di Arthur Duff che interagisce con la luce naturale. Altrettanta varietà tra gli artisti cinesi, a cominciare dalla pittura digitale di Bu Hua, proseguendo con il video di Li Wei, la citazione di Michelangelo di Geng Xue e il tappeto che respira (ricordate le stoffe sonore di Maria Lai?) di Aniwar Mamat.
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