Carlotta Venegoni
Leggi i suoi articoliÈ una sorta di inconsueto «diario cromatico» il volume di Lauretta Colonnelli, un viaggio nel mondo dei colori applicati a tutte le espressioni visive dell’arte. Il colore ha un’accezione volubile, soggettiva, inafferrabile che da sempre può assumere significati diversi. Così come sono svariati, forse infiniti, i rapporti tra i colori e gli esseri umani: spirituali ma anche immorali o disgustosi, rimandano a suoni soavi, e li si può ascoltare o gustare, attraverso la sinestesia.
Sulle note di Prokofiev si può vedere il rosso e in quelle di Respighi il blu o sentire il giallo in «Le Variazioni Goldberg» di Bach. L’autrice individua delle macroscopiche aree tematiche, che scandiscono i capitoli del volume, generalmente affiancabili a un determinato colore. Ed è così che il lettore si sposta da un artista a un altro per scoprire quale legame e quale significato si celano all’interno di una determinata opera, la cui chiave di lettura più inconscia è restituita dall’uso, mai casuale, di una particolare cromia.
Molti fotografi amano il bianco e nero perché il colore è distrazione; molti incisori sostengono di saper fare del colore con il bianco e nero. Dietro al bianco assoluto si nasconde un mondo. La porpora è adatta a imperatori e potenti, ma anche ai martiri; il cremisi è vanità. Il blu conferisce pace interiore. Ma che cos’è davvero il colore? Quanti ce ne sono e qual è il modo corretto per definirli? Filosofi e letterati hanno tentato risposte: i Greci, Newton, Kant e Goethe, il quale giunge a teorizzare che il colore è la natura stessa che si manifesta a noi per essere interpretata. Non solo sostanza materica ma essenza spirituale che si esprime e dialoga con noi.
La vita segreta dei colori. Storie di passione, arte, desiderio e altre sfumature,
di Lauretta Colonnelli, 272 pp., Marsilio, Venezia 2023, € 19
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