Parigi. L’Institut du Monde Arabe (Ima) e la Maison Européenne de la Photographie (Mep) lanciano la Biennale della fotografia del mondo arabo nel XXI secolo. La prima edizione di questa nuova rassegna, che intende valorizzare la fotografia contemporanea del e sul mondo arabo, si tiene dal 10 novembre al 17 gennaio coinvolgendo diversi luoghi, pubblici e privati, lungo il percorso che va dalla Mep all’Ima. Non va cercato un tema dominante. Per questa prima edizione gli organizzatori, Claude Mollard e Jean- Luc Monterosso, hanno deciso di mostrare le diverse tendenze attuali che mobilitano i fotografi di questa regione del mondo.
La Mep accoglie una retrospettiva dell’opera fotografica e cinematografica di Daoud Aoulad-Syad, la serie di ritratti «Les Marocains» di Leila Alaoui (realizzata tra il 2011 e il 2014) e i lavori su Gaza e il problema dell’acqua di Massimo Berruti. Sono esposti anche gli scatti legati al mondo arabo di Stéphane Couturier e Bruno Barbey. L’Ima presenta invece una mostra collettiva con le opere di una trentina di autori, alternando nomi noti e figure emergenti, come ad esempio Azzam Al Sofi, Fatima Al Yousef, George Awde, Faycal Baghriche, Christian Courrèges, Amélie Debray, Jaber El Azmeh o ancora Anne-Marie Filaire. Tra i luoghi espositivi che si incontrano lungo il percorso dalla Mep all’Ima, la galleria Basia Embiricos ha dato «carta bianca» al designer britannico, nato a Tunisi, Souhed Nemlaghi, Photo 12 presenta il lavoro «A Still on a Land in Motion» del fotografo libanese Maher Attar, mentre la galleria Binôme espone i lavori sulla luce di Zineb Andress Arraki, Mustapha Azeroual e Caroline Tabet. Lo studio Graine de Photographe organizza a sua volta un atelier fotografico sul tema dei minimarket e delle rivendite di spezie e generi alimentari che sono aperti anche durante la notte. Partecipa all’evento anche il Comune del quarto arrondissement di Parigi con il progetto «Génération Tahrir» di Pauline Beugnies.