«Gli artisti sono quei viandanti, disertori, cercatori di verità nascoste, come scrive Emanuele Trevi, grazie ai quali possiamo e dobbiamo andare oltre la convenzione del limite che una frontiera impone: ecco perché le frontiere cambiano». Così Alberto Salvadori, direttore di ICA Milano, commenta la scelta del titolo del nuovo progetto espositivo (coprodotto insieme a In Between Art Film e Stone Island) che i Masbedo, il duo di videoartisti Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni, presentano nello spazio milanese di via Orobia, dal 12 ottobre al 10 novembre.
«Perché le frontiere cambiano» occupa i due piani della fondazione con lavori preesistenti, riedizioni e opere inedite, tutti ispirati alla storia passata e presente della Sicilia, luogo di frontiera per eccellenza. A fare da incipit alla mostra è il Videomobile, (esposto per la prima volta alla Manifesta palermitana dell’estate scorsa), un vecchio furgone merci degli anni Settanta trasformato dagli artisti in un dispositivo narrativo composto da molteplici schermi.
Fra i nuovi video fruibili all’interno dell’installazione, quello dedicato a Vittoria Alliata, figlia di Francesco Alliata, fondatore a metà degli anni Quaranta della mitica casa di produzione siciliana Panaria Film. Il tutto accompagnato da materiali cinematografici d’archivio, come scene del film «La Sicilia del Gattopardo» di Ugo Gregoretti e una sequenza dalla pellicola «Salvatore Giuliano» di Francesco Rosi.
Un’altra nuova produzione video è quella di «Blind Mirrors», le cui riprese sono state girate all’interno di Palazzo Gangi a Palermo, celebre per le scene del ballo ne «ll Gattopardo» di Luchino Visconti. Ma al posto di Tancredi e Angelica, la sala barocca del palazzo ospita membri della comunità Tamil di Palermo, la più ampia in Europa, invitati dai Masbedo a esibirsi nella caratteristica danza Bharatanatyam.
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