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Hannah McGivern
Leggi i suoi articoliWim Pijbes spiega perché ha lasciato la direzione del Rijksmuseum di Amsterdam per quella del Museum Voorlinden, che ospiterà la maggiore collezione privata olandese
Qualcuno potrebbe definire Wim Pijbes un masochista, ma a lui sembra piacere la sfida di dare vita a un museo. Dopo avere presieduto ai decennali lavori di rinnovamento (da ben 375 milioni di euro) del Rijksmuseum di Amsterdam, a luglio ha sorpreso molti lasciando l’imponente istituzione olandese per quella che definisce «una start up». Il Museum Voorlinden, la cui apertura è prevista per l’11 settembre, ospiterà la collezione del miliardario della chimica Joop van Caldenborgh, la più ampia collezione privata in Olanda. L’edificio da 6mila metri quadrati, realizzato in una tenuta di campagna a Wassenaar, a nord dell’Aia, ospita circa 200 delle 10mila opere d’arte moderna e contemporanea acquistate negli ultimi 50 anni.
Non seguendo la tendenza dei musei privati progettati da architetti di fama mondiale, per realizzare l’istituzione Van Caldenborgh ha scelto lo studio Kraaijvanger di Rotterdam (che ha realizzato un edificio di grande suggestione, in cui si riconosce l’omaggio alla Fondation Beyeler di Renzo Piano a Basilea, Ndr). All’interno, invece, la collezione è ricca di pezzi d’eccezione, tra cui opere di Damien Hirst, Richard Serra ed Ellsworth Kelly, che è anche il soggetto della mostra inaugurale. Abbiamo incontrato Wim Pijbes.
Non seguendo la tendenza dei musei privati progettati da architetti di fama mondiale, per realizzare l’istituzione Van Caldenborgh ha scelto il progetto dello studio Kraaijvanger di Rotterdam (che ha realizzato un edificio di grande suggestione, in cui si riconosce l’omaggio all'architettura della Fondation Beyeler disegnata da Renzo Piano a Basilea, Ndr). All’interno, invece, la collezione è ricca di pezzi d’eccezione, tra cui opere di Damien Hirst, Richard Serra ed Ellsworth Kelly, che è anche il soggetto della mostra inaugurale. Abbiamo incontrato Wim Pijbes.
Joop van Caldenborgh era restio ad aprire il suo nuovo museo. Che cos’è cambiato?
Ha preso in considerazione la donazione della sua collezione a municipalità olandesi, in particolare quelle dell’Aia e di Rotterdam. Ma la donazione sarebbe stata forse troppo grande per essere incorporata in un museo esistente. Oggi ha 75 anni e, negli ultimi tempi, i musei privati sono comparsi un po’ ovunque. Dopo tutto, ha il diritto di decidere come pensa che l’arte debba essere esposta.
Che cosa l’ha spinta a trasferirsi dal Rijksmuseum?
Sono stato al Rijksmuseum per otto anni durante la trasformazione completa dell’edificio e dell’istituzione. Non si è mai pronti a dire «ora è finito», ma dopo la riapertura nel 2013 ho avvertito che una sorta di ciclo si era conclusa. Ho ricevuto offerte da varie parti del mondo e al Museum Voorlinden, dove facevo parte del consiglio, si stava discutendo del profilo di un nuovo direttore. Ho pensato che fosse un lavoro affascinante.
A che cosa assomiglierà il Voorlinden?
Il museo è immerso in una riserva naturale a Wassenaar, sulla costa. Si tratta di una delle più vaste tenute private in Olanda, circa 80 acri. È un museo start up, con uno staff limitato (9 persone, Ndr) in cui tutti fanno tutto.
Quali sono i punti di forza della collezione e i pezzi che saranno inizialmente esposti?
La collezione inizia con Van Gogh, ma è costituita principalmente da opere del XX secolo. Sta crescendo rapidamente. Abbiamo opere di Damien Hirst fin dagli inizi, di Antony Gormley e di Martin Creed, a cui vorremmo dedicare una mostra nel 2017. Abbiamo alcune grandi opere permanenti di Richard Serra, James Turrell e Ron Mueck. C’è anche un consistente gruppo di lavori di artisti del Gruppo Zero.
Dopo il recente boom dei musei privati, c’è il rischio della saturazione?
I musei privati non sono una cosa nuova. In Olanda ci sono stati musei privati negli ultimi 20 anni e sono andati bene. Non sta aumentando solo il numero dei musei, anche il numero dei visitatori sta crescendo enormemente. Per ora c’è ancora spazio per altri.
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